
Continua a far parlare di sè il caso della maestra che lavora anche sulla piattaforma per adulti Onlyfans, 29 anni, licenziata dall’asilo cattolico del trevigiano in cui lavorava. La donna ha deciso di parlare ai microfoni de Il Corriere della Sera.
“Nel testo del licenziamento ufficiale si dice che con il profilo Onlyfans ho incrinato il rapporto di fiducia con i miei committenti. Mi vengono anche contestate molte uscite pubbliche in cui la notizia sarebbe stata diffusa troppo. Io però mi sto esponendo ora, in realtà per molte settimane ho parlato meno di quello che avrei voluto”, ha esordito.
La sua ricostruzione
Ecco da dove è nato il polverone: “Tutto è cominciato un mese fa quando la madre di un alunno si era rivolta al preside dell’istituto chiedendo conto di quelle foto ‘sexy’ e di quei contenuti a pagamento. Nemmeno io finora sapevo con certezza come fossero iniziate a circolare le mie foto, però. Ora, dopo un mese, ho la conferma e le prove dell’accaduto. Tutto è nato da quest’uomo, padre di un mio alunno, che si è iscritto a Onlyfans, ha comprato delle mie foto e poi ha diffuso questi stessi contenuti in un gruppo di calcetto del paese. La compagna lo ha scoperto, ed evidentemente indignata ha pubblicato un post su Facebook raccontando tutto. Due o tre mamme le hanno dato ragione, le altre 600 le hanno detto ‘fatti i cavoli tuoi’. La cosa evidentemente non le è piaciuta ed è andata dal preside. Una storia di gelosia? In un certo senso sì”.
La docente non ha intenzione di accettare la decisione della scuola: “Il licenziamento verrà impugnato. Non tanto per puntare al reintegro in classe, visto che nel mio futuro non vedo né Onlyfans né l’insegnamento quanto per la richiesta di cambiare la natura della procedura stessa. Mi sono rivolta al sindacato che chiederà alla scuola se vogliono arrivare ad un accordo anche perché con questo tipo di licenziamento non ho diritto neanche alla Naspi, in caso contrario penseremo altre strategie”.
“In questo momento voglio fare quello che mi piace cioè la personal trainer, ho un esame da dare entro l’estate per poi partire. Tuttavia non è detto che la mia esperienza di insegnamento sia chiusa qui. Ho una laurea che posso far valere quando voglio anche magari tra dieci anni. Oggi una titolare di un nido mi ha scritto ‘Non tutte le scuole fanno schifo come quella in cui eri tu’. Insomma, c’è speranza anche guardando da quella parte”, ha aggiunto, spiegando cosa ha intenzione di fare.
“Le mie ex colleghe? Nemmeno un messaggio, nessuna chiamata da 15 persone. Penso abbiano il divieto della scuola e abbiano paura di perdere il lavoro”, ha rivelato. “Non ho firmato qualcosa nel contratto che riguardasse la necessità di non pubblicare contenuti social, quindi il licenziamento è ingiusto a prescindere dal tipo di scuola”. Nel frattempo i numeri sul suo profilo social sono esplosi.
Codice etico per docenti dopo i casi Raimo e della maestra su Onlyfans
Nel frattempo il Ministero dell’Istruzione e del Merito starebbe redigendo un codice etico con norme specifiche per docenti e personale scolastico anche sui comportamenti sui social.
Il Codice dovrebbe essere in linea con il già esistente Codice di comportamento nazionale per i dipendenti pubblici, modificato l’ultima volta nel giugno del 2023. Importante, come anticipato, il capitolo sull’uso dei mezzi di informazione e dei social network, dove già si legge che “il dipendente è tenuto ad astenersi da qualsiasi intervento o commento che possa nuocere al prestigio, al decoro o all’immagine dell’amministrazione di appartenenza o della pubblica amministrazione in generale”.