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Manovra di bilancio 2022. Per le pensioni scuola prevista Ape sociale e Opzione donna

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Sembra essere in dirittura di arrivo la manovra di bilancio 2022. Oggi atteso il Cdm per chiudere la partita.

Tra i provvedimenti il reddito di cittadinanza, confermato ma con alcune restrizioni, il bonus facciate ridotto dal 90% al 60%. E qualche sgravio sul fisco.

Quindi il tema caldo: le pensioni, con risvolti anche per il personale scolastico.

Il modello su cui sembra essere stato trovato l’accordo è quello di quota 102 per il solo 2022, con l’uscita a 64 anni con 38 di contributi. A seguire si valuteranno le misure per il 2023, nell’ottica di rivedere la legge Fornero e di rendere strutturali sia l’Ape Sociale allargata a più mansioni gravose che Opzione Donna.

Pensioni scuola

Buona notizia, quella relativa all’Ape sociale anche per la scuola, almeno in potenza, ma resta da capire a quali professioni si aprirà la strada. Ricordiamo che già la professione di insegnante di scuola dell’infanzia è inserita tra le mansioni gravose. In ballo c’è ancora la possibilità che anche il maestro e il collaboratore scolastico, come da iniziali ipotesi, possano avere diritto all’indennità che garantirebbe loro una pensione anticipata. Buona notizia anche quella relativa a Opzione donna, dato che le insegnanti nella scuola italiana superano di gran lunga, in numero, i colleghi uomini. La misura potrebbe permettere alle insegnanti che raggiungessero i 58 anni anagrafici e 35 di contributi entro il dicembre 2020 di fare domanda di pensionamento entro il 31 ottobre 2021.

Come funziona la Quota 102

Come funziona la quota 102? Lo spiega la sezione Economia del Corriere della sera:

Con Quota 102 potranno andare in pensione le persone nate nel 1958. Ovvero quelle con 38 anni di contributi che potevano lasciare il lavoro già quest’anno. Nel 2023, invece, toccherà a coloro che sono nati nel 1959, i quali potevano andare già quest’anno, se in possesso dei contributi sufficienti. Non potrà ritirarsi chi è nato nel 1960, anche se dovesse contare su 41 anni di contributi. Anche in questo caso non cambia nulla. Si tratta delle stesse persone che non possono andare in pensione quest’anno, perché non hanno ancora 62 anni. Infine, potranno usare l’eventuale nuova misura nel 2022 coloro che sono nati prima del 1959 ma che quest’anno si sono ritrovati con meno di 38 anni di contributi, ovvero quelli che hanno cominciato a lavorare non prima dei 25 anni (con una carriera continua).