Home Politica scolastica Marco Campione: “Nessun intervento sull’orario dei docenti”

Marco Campione: “Nessun intervento sull’orario dei docenti”

CONDIVIDI

La Tecnica della Scuola a colloquio con il capo della segreteria del sottosegretario Davide Faraone.

A causa della mancanza di chiarezza e trasparenza, la fase C delle immissioni in ruolo potrebbe culminare in un grande contenzioso. Non crede sia corretto ufficializzare con una nota del Miur, quale sarà il metodo di reclutamento?

Perché mancanza di chiarezza e trasparenza? Sono consapevole della confusione che a volte ha caratterizzato le discussioni di queste settimane, ma il Miur ha sempre mantenuto una linea chiara. Le Faq sono uscite pochi giorni dopo l’apertura della procedura di assunzione e hanno chiarito ogni elemento che necessitava di una cosiddetta “interpretazione autentica”. Non è nostra responsabilità se alcuni soggetti si sono sbizzarriti nella interpretazione di quanto da noi dichiarato. Alcuni addirittura per sostenere che stessimo cercando di confondere le acque. Sono questi i soggetti che hanno ingenerato confusione, non noi.
Quanto al contenzioso, non è a me che andrebbe rivolta la domanda. Il Sottosegretario Faraone e la sua segreteria che ho la responsabilità di coordinare danno un indirizzo politico, sono poi gli uffici che devono dirci se quanto da noi richiesto è fattibile o meno dal punto di vista normativo. Ci è stato garantito che non ci saranno problemi, non ho motivo di dubitarne.

Non pensa che inserire in coda ad una provincia, dalla seconda preferenza fino alla centesima, tutti i docenti che hanno un punteggio superiore a quelli che tali province le hanno scelte per prime, sia illegittimo? Le ricordo che esistono  varie sentenze che impongono l’inserimento a pettine e definiscono l’inserimento in coda illegittimo.

Sulla legittimità o meno vale quanto le ho detto prima. Dal punto di vista politico però le voglio chiedere se non trova assurdo che si generi così tanta protesta per il fatto che abbiamo semplicemente annunciato che la fase C prevederà una fase provinciale e una nazionale (a pettine quindi) con il fine di tutelare il più possibile le scelte individuali di ciascuno.
Il contenzioso avrebbe senso solo se fossero lesi i diritti di qualcuno, altrimenti serve solo ad arricchire gli avvocati e ad alimentare la polemica politica. E questo uso “improprio” del contenzioso è uno dei motivi per cui arrivati al Miur abbiamo trovato una stratificazione di norme per il reclutamento spesso contraddittoria; fatta per mettere toppe a questa o quella sentenza, generando così un meccanismo iniquo e ingiusto, disfunzionale e poco rispettoso della vita delle persone. Da qui a due, massimo tre anni, grazie alla buona scuola, tutto questo sarà solo un brutto ricordo. Questo risultato potrà dispiacere a chi ha campato sui ricorsi, ma certamente la qualità della vita di chi vuole diventare insegnante migliorerà in modo significativo. E quindi anche la qualità della scuola italiana.

Supponendo che la partita delle immissioni in ruolo ottenga il migliore dei risultati possibili, tuttavia nelle GAE resteranno un qualcosa come 40 o 50 mila precari. Quali saranno le soluzioni e i tempi per esaurire e chiudere per sempre questo metodo di reclutamento?

La maggior parte di queste persone sarà nelle graduatorie dell’infanzia, per la quale abbiamo una delega nella quale affronteremo anche la questione del reclutamento. Per la secondaria invece, con il prossimo concorso e assunzione pro quota da gae andrà a regime un meccanismo destinato ad esaurire già con il prossimo triennio le graduatorie. Ovviamente in quelle provincie dove i posti ci sono. Chi invece ha scelto di non fare domanda in territori dove non ci saranno possibilità di essere assunti per mancanza di posti avrà qualche difficoltà, ma è stata una sua scelta. Legittima, ovviamente, ma della quale non è certo responsabile il governo. Il paradosso è che per entrare in ruolo rischia di dover decidere di cambiare provincia con il prossimo aggiornamento.

Si sente di potere escludere un intervento, tramite la delega per la riscrittura del Testo Unico della scuola, sulla rideterminazione dell’orario settimanale  di servizio dei docenti?

Lo escludo nella maniera più assoluta.

La Consulta ha sentenziato l’illegittimità del blocco dei contratti del pubblico impiego. Quando si aprirà il confronto con i sindacati per il rinnovo del contratto della scuola scaduto nel 2009? Quali proposte innovative ci potranno essere, per gli insegnanti e il personale scolastico, nel nuovo contratto ?

Per quel che riguarda i tempi, è una decisione che spetta ai ministri competenti. Mi lasci solo dire che personalmente ho sempre sostenuto la necessità di rinnovare il contratto. Lo pensavo – e l’ho detto più volte anche pubblicamente – quando ero responsabile scuola del Pd lombardo, non ho certo cambiato idea adesso. Nel merito, ma parlo a titolo personale, le dico che spero sia l’occasione per affrontare il nodo più importante, ovvero quello della carriera per i docenti e per una revisione dello stato giuridico, adeguandolo alle necessità introdotte con l’autonomia prima e con la “Buona scuola” oggi.