Home Generale Mattarella e l’elogio del libro: sinonimo di libertà, più lettori più conoscenza

Mattarella e l’elogio del libro: sinonimo di libertà, più lettori più conoscenza

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“La scuola, il mondo della cultura, voi giovani, siete risorsa indispensabile per un rilancio della solidarietà, per l’affermazione di una cultura di pace, per un riconoscimento condiviso del bene comune. E quello di cui parliamo oggi, nella Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore, non è estraneo a questo lavoro, paziente, di costruzione di una società matura. Leggere è una ricchezza per la persona e per la comunità”. A dirlo è stato, il 21 aprile, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Quirinale, nel corso della cerimonia per la Giornata mondiale del Libro e del Diritto d’autore.

Il Capo dello Stato ha tenuto a dire che leggere “è una porta che ci apre alla conoscenza, alla bellezza, a una maggiore consapevolezza delle nostre radici, ai sentimenti degli altri che spesso ci fanno scoprire anche i nostri sentimenti nascosti, come poco fa è stato detto. Non è vero che la lettura sia stata e sia un’abitudine di personalità introverse. E’ vero il contrario: è una chiave per diventare cittadini del mondo, per conoscere esperienze lontane, per comprendere le contraddizioni e le storture, ma anche per comprendere le grandi potenzialità del mondo che ci circonda, dell’umanità che ci circonda. E’ un modo per far nascere speranze, per coltivarle, per condividerle”.

“I latini chiamavano liber il manoscritto, il libro. Liber, come il sostantivo e l’aggettivo che definivano l’uomo libero. Si tratta – lo sapete, certamente lo sanno i vostri docenti – di etimi diversi. La parola “libro” viene da corteccia, la corteccia degli alberi sulla quale si incidevano le iscrizioni. Ma questa identità del termine è quanto mai opportuna: in questo tempo avvertiamo particolarmente che leggere è parte di un percorso di libertà. Diceva un grande scrittore per ragazzi, Gianni Rodari: ‘Vorrei che tutti leggessero. Non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo’”.

 

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“Più libri vuol dire più libertà. Più lettori vuol dire più conoscenza, più spirito critico, più autonomia di giudizio, elementi essenziali di una convivenza – prosegue Mattarella – La società dell’iper-connessione, per definizione, dilata le facoltà dell’uomo, con un accesso, senza confini apparenti a nuovi contenuti e appare dischiudere una libertà quasi infinita. E’ come se un mondo divenuto più piccolo ci dicesse: la libertà è qui, basta coglierla, non c’è bisogno di alcuno sforzo, il mercato sovrabbonda di merce; ma non tutta è merce di qualità”.

“Va per questo sottolineata positivamente, in questo senso, l’azione dei ministeri che hanno cooperato per la riuscita del progetto “Libriamoci”, diretto particolarmente ai giovani e vi incoraggio a proseguire su questa strada e, se possibile, a svilupparla. Il ”Maggio dei libri”, voluto dal Centro per il libro e la lettura, così come l’iniziativa dell’Associazione Italiana Editori con l’hashtag #ioleggoperchè, sono altre iniziative che vanno nella giusta direzione – sottolinea Mattarella – Il valore della cultura va sottolineato e sostenuto come parte essenziale della ricchezza, anche economica, di un Paese. È quello che si ama definire capitale sociale: la trasmissione, cioè, della cultura di un popolo attraverso le generazioni, base di ogni avanzamento sociale e del processo di innovazione. All’ impegno educativo va data la priorità che merita, anche al fine di ricomporre il patto di fiducia fondamentale tra le famiglie e la scuola”.

Il presidente della Repubblica si è comunque detto consapevole del fatto che “non basta una generica esortazione alla lettura, in un tempo in cui i messaggi volano sintetici e velocissimi, come mai è accaduto nella vicenda umana. Non si tratta di lanciare appelli generici. Né ancor meno si tratta di riservare all’attività di formazione spazi protetti, dove i nuovi media vengano tenuti lontani”.

 

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Per Mattarella “il libro resta fondamentale, ma non è contrapposto alle versioni in e-book. Così come il quotidiano di carta non può essere opposto al formato oggi disponibile sul tablet, sul cellulare o sul computer – conclude – Fondamentale è la circolazione dei contenuti e l’accesso ad essi. Il pensiero va subito alle biblioteche, tradizionali e virtuali (un contributo all’innovazione, nei decenni scorsi, è stato dato dal progetto del Servizio Bibliotecario Nazionale, Sbn, del Ministero dei Beni culturali), con la loro capacità di sollecitare nei giovani la curiosità e soddisfare le attese degli adulti. Al tempo stesso, continuano ad avere un’importanza strategica le librerie e le altre forme distributive del libro. La lettura non è esercizio alternativo all’uso degli strumenti della modernità e dell’innovazione. Il suo valore rimane inalterato nei diversi supporti che oggi sono disponibili ai cittadini, e particolarmente ai giovani”.

Perché “la lettura genera sapere condiviso, passioni, produce comunità: nostro compito è far diventare le conoscenza una rete attiva. Si tratta di una sfida cruciale”. Da cogliere.

  

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