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Militari a scuola in tempo di Covid, docente a processo per aver criticato la scelta della dirigente: “Ha offeso la sua reputazione”

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Una curiosa faccenda risalente al 2020 sta per sbarcare in Tribunale. Un docente, che si dichiara pacifista, è finito sotto processo per diffamazione a mezzo stampa nei confronti della dirigente scolastica della sua scuola, l’Istituto Comprensivo Paradiso di Messina. L’udienza, come riporta MessinaToday, è fissata per domani, 13 dicembre.

Un fatto complesso

Ma andiamo per ordine. Nell’ottobre 2020, ancora in piena emergenza pandemica, il docente Antonio Mazzeo, nel suo blog, ha scritto un articolo per criticare la scelta della scuola di aver introdotto alcuni militari per limitare gli assembramenti all’interno della scuola, scelta che è stata criticata anche sui social.

Alcuni genitori, all’epoca, si sono rivolti all’allora Garante dell’Infanzia, Fabio Costantino, dicendo che la presenza dei militari potesse provocare tensione negli alunni. Quest’ultimo ha chiesto l’intervento della Prefettura. Un appello accolto visto che l’indomani a scuola si sono presentati solo i vigili urbani.

La dirigente scolastica, Eleonora Corrado, si è difesa, sempre all’epoca, così: “Si è trattato di due giovani militari dell’Esercito, in divisa, corredata da tutto ciò che è previsto dalle norme in merito alla dotazione individuale per l’espletamento del servizio, per effettuare controlli anti-assembramento previsti dalle misure comunali di prevenzione anti-Covid. La referente del plesso ha fatto un breve sondaggio nelle classi: nessun alunno ha dichiarato di aver paura e molti hanno dichiarato di non aver neanche notato la presenza dei militari davanti alla scuola. Inoltre la sottoscritta ha verificato presso la Segreteria dell’Ufficio della Prefettura di Messina che il controllo effettuato da esponenti dell’Esercito rientra tra i normali controlli stabiliti dal Comitato Tecnico Provinciale nel Patto per la Sicurezza Urbana firmato mercoledì 14 ottobre dal sindaco Cateno De Luca e dal Prefetto Maria Carmela Librizzi”.

Le frasi incriminate

Insomma, per la preside non si è trattato di qualcosa di grave, anzi. Mazzeo, però, non si è trovato d’accordo con lei, trovando il suo intervento “incredibile” e “gravissimo”. Ecco cosa ha scritto sul suo blog: “Tutto bene e tutto normale dunque per la dirigente scolastica, che oltre ad essere evidentemente anni luce distante dai modelli pedagogici e formativi che dovrebbero fare da fondamento della Scuola della Costituzione repubblicana (il ripudio della guerra e dell’uso illegittimo della forza; l’insostituibilità della figura dell’insegnante e l’educare e il non reprimere, ecc.), si mostra ciecamente obbediente all’ennesimo Patto per la Sicurezza Urbana, del tutto arbitrario e autoritario e che certamente non può e né deve bypassare i compiti e le responsabilità del personale docente in quella che è la promozione e gestione delle relazioni con i minori”.

Queste le parole incriminate che gli hanno procurato l’accusa di diffamazione nei confronti della preside. “Mazzeo Antonio è imputato del reato di cui all’art. 595 comma II e III del codice penale perché, in qualità di autore dell’articolo pubblicato il 21 ottobre 2020 su alcune testate giornalistiche, dal titolo A Messina Sindaco e Prefetto inviano l’esercito nelle scuole elementari e medie con il plauso dei Presidi, commentando la circostanza che, per evitare assembramenti, erano stati inviati militari dell’esercito a presidiare l’ingresso dell’istituto scolastico, offendeva la reputazione della dirigente scolastica dell’Istituto”, così riportano i documenti ufficiali.

Il docente fermo nella sua posizione

Dal canto suo, il docente non si è pentito, anzi, è rimasto sui suoi passi: “Rileggo a due anni di distanza quanto scritto e continuo a non comprendere come e perché una mia valutazione di ordine meramente politico e pedagogico possa aver ‘offeso la reputazione’ della dirigente scolastica. Non conosco personalmente la dottoressa Corrado, ma non avrei mai immaginato di dovermi confrontare in sede giudiziaria sulle modalità con cui le istituzioni scolastiche avrebbero dovuto operare a tutela dei minori contro gli illegittimi e ingiustificabili provvedimenti di militarizzazione delle scuole in tempi di emergenza da Covid-19”.

“Ritengo di aver fatto pienamente il mio dovere di insegnante-educatore e attivista impegnato nei temi della pace, del disarmo e della lotta contro i processi di riarmo e militarizzazione della società. La denuncia mia e di tanti altri cittadini di quel presunto Patto di Sicurezza Urbana ne ha segnato la più che meritata scomparsa in tempi rapidissimi”, ha concluso il docente, che ribadisce di essere dalla parte giusta e nega di aver offeso a livello personale la dirigente, affermando di aver agito soltanto per il bene degli alunni.