
Sono un insegnante di matematica e scienze di ruolo nella scuola secondaria di primo grado, dove lavoro da circa vent’anni. Posseggo anche l’abilitazione per l’insegnamento delle scienze naturali nella scuola secondaria di II grado e sogno che mi venga concesso il passaggio di ruolo per poter insegnare la chimica, disciplina che amo molto. La mia domanda è stata, tuttavia, respinta nell’ultima tornata di mobilità, sebbene avessi un punteggio più alto di alcuni colleghi che hanno ottenuto il passaggio di cattedra. Secondo l’attuale regolamento, infatti, chi vuole cambiare ordine di scuola è in coda rispetto alle operazioni di mobilità.
I docenti della scuola secondaria, di primo e di secondo grado, hanno tutti la medesima formazione: laurea specialistica nella disciplina che si insegna, abilitazione, concorso. Molte delle abilitazioni, inoltre, sono comuni ai due ordini di scuola. Non sarebbe forse opportuno considerare i passaggi dalla secondaria di primo a quella di secondo grado (e viceversa) passaggi di cattedra e non di ruolo?
Negli ultimi venticinque anni, è avvenuta una “primarizzazione” della scuola secondaria di primo grado, soprattutto in seguito all’istituzione dei Comprensivi. Dopo un quarto di secolo, i dati ci dicono che ciò ha giovato alla scuola primaria e ha reso la scuola media l’anello debole del Sistema di Istruzione nazionale. Dovremmo iniziare a pensare alle scuole secondarie come un unico ciclo che vede i preadolescenti e gli adolescenti come un’utenza molto simile di ragazzi e giovani che cercano la propria realizzazione personale e professionale.
Inoltre, le secondarie di secondo grado, a causa della contrazione dell’organico e della riforma dei cicli, vedranno nei prossimi anni una contrazione del personale, e parificare questi ordini di scuola, a partire dalle operazioni di mobilità, sarebbe opportuno per collocare eventuali perdenti posto o frazioni orarie; questo è impensabile per la scuola dell’infanzia e quella primaria che hanno formazione del personale, strategie di reclutamento, scansione oraria totalmente differenti.
Infine, mi domando perché i docenti di sostegno della secondaria di secondo grado, alcuni dei quali sono stati assunti mediante la procedura agevolata della mini call, a beneficio degli alunni con disabilità, dovrebbero essere agevolati nella mobilità rispetto ai colleghi che insegnano la disciplina nella scuola secondaria di I grado e che hanno da molti anni esperienza di valutazione degli alunni, relazioni con i genitori, gestione dei tempi di raggiungimento degli obiettivi disciplinari in ambienti fortemente eterogenei.
Spero che i sindacati, che da anni sembrano occuparsi più del reclutamento degli insegnanti che delle loro condizioni contrattuali e della carriera dei docenti in ruolo, riconoscano la legittimità della mia richiesta e che si interfaccino con il Ministero affinché termini questa discriminazione, ingiusta e poco funzionale.
Paolo Martena