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Mobilitazione nazionale contro il numero chiuso! #meritodiscegliere! la Giannini ritiri i tagli e posticipi i test.

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Nessuna discontinuità da parte del ministro Giannini sul numero chiuso. Nei giorni successivi all’insediamento del governo la ministra si era detta perplessa riguardo al sistema dei test, ad oggi, a pochi giorni dalla scadenza dei bandi per le iscrizioni, nessun passo indietro è stato fatto rispetto all’anticipo dei test ad Aprile e al grave e ingiustificato taglio dei posti. Contestiamo le scelte del MIUR e protesteremo contro il numero chiuso e lo smantellamento dell’istruzione pubblica il 7 Marzo in diverse città d’Italia.
“Le forti perplessità dellla Giannini sul numero chiuso si sono rivelate vuote chiacchiere, l’idea che prevale anche a quest’ennesimo giro di poltrone è quello di un’istruzione chiusa e d’elite.- dichiara Federico del Giudice portavoce della Rete della Conoscenza – Il concetto di merito che propagandano trasforma in privilegi i diritti di tutti, è vuoto ed iniquo. Vogliamo ribadire, riprendendo una petizione lanciata da diplomandi e studenti di medicina e archiettura alcune settimane fa, che  tutte e tutti meritiamo di emanciparci, studiare e compiere le nostre scelte a partire da uguali condizioni di partenza.” 
“I test ad Aprile sono insostenibili: verteranno su parti del programma che gli studenti non hanno ancora avuto il tempo di affrontare e si sovrappongono totalmente alla preparazione per la maturità. – continua Roberto Campanelli, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti – Posticipare i test è un atto doveroso che il MIUR deve fare immediatamente. Il sistema del numero chiuso è già di per sè ingiusto e discriminante, figlio di una concezione dell’istruzione che non condividiamo assolutamente!”
“Il decreto n. 85 và immediatamente ritirato! In Italia in questi anni le politiche di definanziamento e dequalificazione hanno escluso dall’università quasi 100.000 studenti e tanti altri sono stati costretti ad andare all’estero: un’espulsione di massa che attacca frontalmente un’intera generazione e abbassa drasticamente il livello culturale del nostro Paese. – continua Alberto Campailla, portavoce di Link Coordinamento universitario – Continuare su questa strada vuol dire mettere a rischio non soltanto il diritto allo studio di tanti ma anche la sanità pubblica e il futuro in generale di tutto il Paese.”