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Morti per sopravvivere…

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L’Europa sotto assedio dichiara guerra agli scafisti.

Come? Arrestando quelli individuati (pochi uno o due) che poi vengono liberati.

E tutti gli altri italiani e africani?

I giornali di tutto il mondo in prima pagina raccontano il dramma della fuga dalla Libia e la strage nel Mediterraneo ormai diventato il grande cimitero del popolo in fuga.

In tutte le lingue si chiede di intervenire per eliminare simili tragedie, anche dall’America di Obama giungono messaggi alla UE per assumere decisioni che riducano simili tragedie.

Scene agghiaccianti in un mare gelido. I pochi sopravvissuti si sono salvati aggrappandosi ai morti, mentre gli scafisti, africani e italiani, se la ridono per il grande affare che vale oltre 34 miliardi.

Modestamente su queste pagine da oltre due anni denuncio le ragioni di questo fenomeno: fuga dal terrore dei criminali islamici e dalla miseria imposta dai governati locali che perseguono la politica coloniale (un tempo dell’Occidente) a vantaggio di pochi e a danno di milioni e milioni di cittadini. Oggi si chiede di affondare le barche prima della partenza, però, “visto che le armi ai terroristi arrivano senza sosta per continuare i massacri, (senza che nessuno ponga freno) e visto che i governanti padroni continuano a spadroneggiare sulle immense risorse locali per cui è impossibile frenare l’esodo “sarebbe anche giusto dare la possibilità di salvarsi attraverso mezzi legali“ aerei e navi passeggeri sottraendo il traffico di esseri umani agli scafisti assassini.

Il Procuratore della Repubblica di Catania ha avvertito che sono in fuga dalla Libia oltre un milione di profughi. Gli scafisti già informati, liberi cittadini, gioiscono per il grande business e passano alla organizzazione dell’operazione trasporto di quella gente, che pur sapendo il rischio a cui va incontro, preferisce tentare, pur di raggiungere un angolo di salvezza”.