Home Politica scolastica “No all’assetto della scuola annunciato dal sottosegretario Reggi”

“No all’assetto della scuola annunciato dal sottosegretario Reggi”

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Preoccupazione e non condivisione dello Snals-Confsal sul futuro assetto della scuola italiana delineato dal sottosegretario dell’istruzione, Reggi, in una recente intervista, dove si spinge perfino a ipotizzare maggiori compensi a fronte di più ore lavorative da parte degli insegnanti.

A parte l’ovvietà della cosa – a meno che non si pensi addirittura di lasciare invariato il compenso di fronte a una maggiore prestazione – lo Snals-Confsal respinge l’ipotesi di compensare finanziariamente l’aumento di tempo-denaro per i docenti con la decurtazione di un anno delle scuole superiori (da 5 a 4 anni). “In ogni caso – chiarisce il segretario generale Marco Paolo Nigi – sulla scuola occorre investire perché sono la società e l’economia che ce lo chiedono, con la finalità di recuperare il ritardo nei confronti dei paesi più avanzati dell’Unione europea”.

“Ancora una volta la combinazione tra la fretta di cambiare e di lasciare il segno e la non conoscenza approfondita dei problemi rischia di portare a soluzioni improvvide, superficiali se non dannose. Data la totale assenza di occasioni di interlocuzione e di confronto, abbiamo consegnato al ministro Giannini e al sottosegretario Reggi un documento in cui indichiamo le priorità strategiche della scuola e chiediamo nuovamente il rinnovo del contratto di lavoro ormai scaduto da cinque anni” ha aggiunto Nigi.

Diverse le richieste e le proposte del documento, tra cui l’istituzione dell’organico pluriennale di istituto e di rete su base almeno triennale, ma il punto qualificante riguarda le misure per dare risposte alle giovani generazioni. Alla scuola, infatti, non serve un’altra “riforma epocale” né la riduzione della durata dei percorsi dell’istruzione secondaria superiore ma interventi concreti per offrire maggiori opportunità formative ai giovani.

Lo Snals-Confsal afferma la necessità di una netta distinzione tra tempo scuola, garantito dallo Stato con il proprio personale, cui non può essere attribuito altro tempo d’insegnamento in classe e di lavoro già gravoso, e tempo di permanenza nelle strutture scolastiche per altri bisogni di formazione e di socialità da affidare ad altre figure educative, senza confusioni di ruolo e di professionalità.

L’altra proposta riguarda il recupero e il rafforzamento dell’apprendimento e la promozione delle eccellenze per cui prevedere, anche per i docenti, attività didattiche svolte, oltre l’orario ordinario, in maniera trasparente e regolamentata in uno speciale regime di intramoenia.