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Noi, docenti di ruolo, immobilizzati nel posto di lavoro

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Siamo il foltissimo gruppo di docenti che da anni sono costretti a prestare servizio lontano dai luoghi di residenza, a causa delle norme che si sono susseguite nel tempo in moto disarmonico, illogico, spesso schizofrenico, irrispettoso del merito, inutilmente dispendioso per noi e la collettività, dannoso per la stessa scuola, con la conseguenza che noi non lavoriamo serenamente e vediamo decurtati i nostri già miseri stipendi, e l’Amministrazione fornisce all’utenza prestazioni al di sotto di quelle che potrebbe potenzialmente fornire.

Ci riferiamo in particolare alle seguenti norme che nel tempo hanno determinato iniquità ed ingiustizie, facendo sorgere in molti di noi il sospetto che ci sia un particolare accanimento nei nostri confronti, dato che impedirci di ottenere il trasferimento nella nostra provincia sembra il comune denominatore di tutti i Governi che si sono succeduti nel tempo:

 

La prima norma, ormai storica, sempre prevista dai contratti collettivi sulla mobilità, è quella che attribuisce metà dei posti disponibili in ogni provincia alle nuove immissioni, un altro quarto va alla mobilità professionale, mentre ai trasferimenti interprovinciali rimane solo la miseria di un quarto dei posti, togliendo anche l’eventuale posto dispari (non si sa mai).

Altra norma storica, è quella che attribuisce le “precedenze” su tutti i posti disponibili, facendo si che nelle classi di concorso più intasate, stante anche la bassa percentuale riservata ai trasferimenti interprovinciali, è praticamente impossibile ottenere il trasferimento pur avendo punteggi altissimi, perché semplicemente si viene trasferiti solo con la 104 o altre precedenze. A tal proposito stante l’altissimo numero di precedenze attribuite sarebbe opportuno, anche per tutelare chi ha realmente bisogno, accertare eventuali abusi, alla luce anche di ciò che è successo a Caltanissetta.

Altra norma consolidata è quella relativa ai concorsi a cattedra che vengono banditi a livello regionale, salvo poi attribuire i posti per provincia. Questo fa si, che spesso tra due docenti della stessa provincia, quello collocato prima nella graduatoria sia costretto ad accettare il posto in un’altra provincia, e successivamente quello collocato dopo possa tranquillamente accettare la propria provincia. (VIVA IL MERITO!)

In questo già poco roseo contesto, è arrivato un nuovo incomprensibile intervento a gamba tesa contro noi tapini del ministro Gelmini, che con il comma 4 ter, dell’art. 4 della legge n. 157/2009, sul quale peraltro è già stato chiesto il giudizio di costituzionalità, ha depennato i docenti di ruolo dalle Gae. Conseguenze?

Posti liberati ovviamente zero, ingiustizie ed iniquità alle stelle. Molti di noi vincitori di concorso assegnati fuori provincia, si sono visti scavalcati da colleghi che erano dietro nelle Gae e non avevano partecipato o non avevano superato o erano dietro anche nelle graduatorie del concorso. (VIVA IL MERITO!)

Successivamente, il governo Letta con il ministro Carrozza, hanno varato un piano straordinario di immissioni in ruolo. Di questi posti a noi ci toccava il solito quarto, tranne il posto dispari ovviamente, una miseria!

Ma al ministro Carrozza, evidentemente, sembravano tanti, quindi ha fatto il grosso delle assunzioni a gennaio 2014 con effetto retroattivo dall’1 settembre 2013, così dato che i trasferimenti erano già stati fatti, ci ha lasciati a bocca asciutta!

E siamo ad oggi, governo Renzi, ministro Giannini.

Stanno progettando LA BUONA SCUOLA e la valorizzazione del merito.

Siamo perfettamente d’accordo, ma quello che abbiamo visto nel progettato decreto che dovrebbe essere trasformato in DdL è, viceversa, il vertice dell’iniquità e dell’ingiustizia nei nostri confronti:

I nuovi posti creati grazie all’organico dell’autonomia, compresi gli spezzoni orari, non sono utili per le procedure di mobilità!

Per quest’anno non si fanno neanche utilizzazioni ed assegnazioni provvisorie!

Sicuramente, la colpa di tutto ciò che è avvenuto è anche nostra, poiché abbiamo sopportato passivamente sperando che il problema si risolvesse da un momento all’altro, ed invece con il nostro comportamento abbiamo fatto si che il problema venisse sottovalutato e si incancrenisse sempre più.

Per quanto sopra esposto, poiché siamo convinti della buona fede di tutti i soggetti coinvolti, ma nello stesso tempo siamo anche convinti di avere fino ad oggi subito delle incredibili ingiustizie, che oltre a danneggiare noi in prima persona, hanno danneggiato anche la scuola e la collettività, ci permettiamo di suggerire le possibili soluzioni:

Indire un piano straordinario di trasferimenti su tutti i posti disponibili, compresi ovviamente quelli di nuova istituzione derivanti dal cosiddetto organico dell’autonomia che preceda il piano straordinario di immissioni in ruolo.

In subordine: in ossequio a quanto previsto in riferimento al Ccni sulla mobilita 2015/2016, riaprire la contrattazione introducendo la possibilità di ottenere il trasferimento  su tutti i posti disponibili, compresi ovviamente quelli di nuova istituzione derivanti dal cosiddetto organico dell’autonomia, qualora venisse attuato quest’anno, o inserire questa possibilità nel prossimo contratto 2016/17, qualora l’organico dell’autonomia partirà un altr’anno.

In ogni caso consentire il trasferimento a tutti i docenti eliminando qualsiasi vincolo o blocco.

Infine suggeriamo, con il prossimo Ccni, di eliminare la distinzione tra trasferimenti provinciali ed interprovinciali, inserendo semmai una distinzione tra trasferimenti regionali ed interregionali con le stesse modalità. Ciò, anche alla luce della eliminazione delle province e nell’ottica della semplificazione amministrativa e del miglioramento dell’efficienza della pubblica amministrazione. In tal modo si eliminerebbero le storture che abbiamo evidenziato e determinate dal fatto che i concorsi sono indetti su base regionale ed i posti sono poi attribuiti su base provinciale.