Home Didattica Non chiamatelo “polveroso”: il liceo Classico tra ologrammi e intelligenza artificiale

Non chiamatelo “polveroso”: il liceo Classico tra ologrammi e intelligenza artificiale

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Sbaglia chi ancora pensa che i Licei Classici siano scuole polverose, intente solo a coltivare la memoria, l’amore e lo studio della tradizione culturale latina e greca. Certo, non è boom di iscrizioni – quest’anno è stato scelto dal 5,3% degli studenti, contro il 13,7% che ha preferito lo scientifico – ma il Liceo Classico non solo regge con il suo zoccolo duro di aficionados, ma sta anche intraprendendo un cammino di rinnovamento per rimanere in sintonia con il mondo che cambia.

In questi giorni, ad esempio, il quotidiano La Repubblica ha intervistato la dirigente scolastica del Liceo Classico Quinto Orazio Flacco di Bari, uno degli istituti più antichi di Bari nato circa tre secoli fa, nel 1774, anno in cui fu inaugurato il “Regio liceo delle Puglie”.

Paladina dell’innovazione, la preside intende mantenere ben salde le radici nel terreno della cultura antica ma con una proiezione ineludibile verso il futuro, allo scopo di formare studenti e studentesse che sappiano affrontare le sfide della modernità: potenziamento dell’inglese e corsi bilingue anche con il francese, sviluppo delle competenze nell’asse logico-matematico, mirato all’acquisizione di saperi e competenze che mettano gli studenti in condizione di sapersi orientare consapevolmente nel mondo contemporaneo, applicando i princìpi e i processi matematici di base, per sviluppare la coerenza logica delle proprie argomentazioni.

Inoltre, per coniugare passato e presente, con i fondi Pnrr è stato messo a punto un laboratorio di Digital humanities comprensivo di palco olografico e realtà aumentata, per una comprensione più interattiva delle lingue e delle civiltà antiche.

Del resto, non dimentichiamo che proprio l’anno scorso di questi tempi si è svolto a Roma il seminario nazionario “ Il liceo classico e la generazione Z nell’era dell’intelligenza artificiale”, organizzato dalla Rete Nazionale dei Licei Classici allo scopo di far emergere il nuovo ruolo e le nuove responsabilità dei licei classici in questo delicato percorso d’innovazione. I Licei – si legge sul sito del MIM – proprio per la peculiarità del curricolo, che fonda la sua ragion d’essere sulla conoscenza delle lingue, classiche e moderne, delle scienze e della filosofia, hanno la grande responsabilità di valorizzare questa eredità e di trasmetterla alle ragazze e ai ragazzi, non soltanto come patrimonio del passato, ma come chiave di interpretazione e di lettura della nostra contemporaneità.

Più recentemente, a gennaio di quest’anno, si è tenuto nell’Aula Magna del Liceo Classico “Massimo D’Azeglio” di Torino il convegno “Il Liceo Classico, un curricolo polivalente“ , organizzato anche dal Liceo Ginnasio Statale “Cutelli e Salanitro” di Catania, scuola Capofila della Rete Nazionale dei Licei Classici. Obiettivo: impegnarsi a integrare e potenziare le discipline STEM  all’interno del curricolo tradizionale, anche grazie ai significativi finanziamenti provenienti dalla comunità europea, per costruire un ponte tra tradizione umanistica e innovazione tecnologica, valorizzando la multidisciplinarità e preparando ragazzi e ragazzi a un futuro sempre più scientifico e tecnologico.