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Ocse: il 23% dei giovani laureati italiani è “nullafacente”

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Il 3+2 in Italia rappresenta una “occasione mancata” per aiutare i giovani a fare carriera. “Colpa anche della contrazione di posti nella dirigenza delle pubbliche amministrazioni, che erano in passato lo sbocco privilegiato per i vostri laureati, e del boom di offerta di corsi i cui profili non trovano corrispondenza sul mercato”. È quanto spiegano i tecnici Ocse all’agenzia Dire illustrando il Rapporto 2012 sull’Educazione presentato oggi.
Che rivela anche come fra i giovani il titolo faccia guadagnare solo poco di più rispetto ad un diploma. “Il vantaggio della laurea resta, ma i tassi di impiego dei laureati sono diminuiti.
 E in questo l’Italia e’ in controtendenza rispetto ai paesi Ocse. 
Il titolo universitario non ha offerto una protezione aggiuntiva ai laureati italiani durante la crisi”. La transizione fra università e lavoro in Italia “desta preoccupazione”, spiegano dall’Ocse.
I dati dicono che il tasso di occupazione fra i 25-64enni laureati è diminuito tra il 2002 e il 2010 dal 82,2% al 78,3%, mentre il tasso di occupazione degli adulti con istruzione secondaria superiore è rimasto stabile (72,3% nel 2002, 72,6% nel 2010).
Il tasso di disoccupazione per le persone con laurea è leggermente aumentato tra il 2002 e il 2010, dal 5,3% al 5,6%, mentre il tasso di disoccupazione fra gli adulti con istruzione secondaria superiore è sceso dal 6,4% al 6,1%. Al contrario, in media nei paesi Ocse, la disoccupazione tra le persone con istruzione secondaria superiore è aumentato di più (dal 6,1% del 2002 al 7,6% nel 2010) che la disoccupazione tra le persone con istruzione superiore (dal 3,8% del 2002 al 4,7% nel 2010).
In Italia il tasso di occupazione e disoccupazione delle persone con istruzione superiore si è avvicinato a quello delle persone con il solo diploma. Quanto ai guadagni, i dati sulle retribuzioni indicano che i giovani laureati fra 25 e 34 anni guadagnano solo il 9% in più rispetto ai lavoratori con un grado di istruzione secondaria superiore nella stessa fascia di età (la media Ocse è del 37%). Al contrario, i lavoratori con una laurea di 55-64 anni guadagnano il 96% di più rispetto ai lavoratori con un diploma di istruzione secondaria superiore nella stessa fascia di età (la media Ocse e’ del 69%). L’Italia, insomma, si conferma essere un paese che non è per giovani.
Non studiano nè lavorano. Sono i giovani cosiddetti Neet (“Not in education, employment or training”) che in Italia rappresentano il 23% dei 15-29enni. Un dato che colloca l’Italia al quinto posto fra i paesi Ocse. Siamo ben al di sopra della media Ocse del 16%. Quello dei Neet da noi è un fenomeno che ritorna, sottolinea l’Ocse che chiede ai governi di “farsi carico del problema”: erano il 26% nel 1998, sono scesi al 19% nel 2003. Poi i Neet in Italia sono cresciuti rapidamente “a causa della recessione globale che ha colpito il paese nel 2008”. Oggi sono appunto a quota 23%.
Italia sotto la media Ocse per numero di laureati e diplomati. Anche se è in aumento la percentuale di chi ottiene un titolo di istruzione superiore e terziaria. Grazie al traino delle donne. La percentuale di giovani italiani che oggi può aspirare ad entrare all’università è passata dal 39% del 2000 al 49% nel 2010. E quella di giovani che, secondo le proiezioni, si laureeranno nell’arco della loro vita è salita dal 19% del 2000 al 32% nel 2010 (di cui il 27% si laureerà entro i propri 30 anni). Positivo anche il confronto fra generazioni: fra i 55-64enni solo il 10% ha un titolo universitario, dato che sale al 20% tra i 25-34enni. Ma questa percentuale ci colloca sotto la media Ocse dove fra i 25-34enni i laureati sono il 28%. Nell’Europa a 21 paesi siamo al 27%.
Il progresso nei numeri va in gran parte attribuito al contributo femminile, svela l’Ocse. Tra i 55-64enni l’11% degli uomini e il 10% delle donne ha un titolo universitario, dato completamente ribaltato fra i giovani di oggi. Fra i 25-34enni le donne laureate sono il 25% contro il 16% degli uomini. Nel 2010 la percentuale di ingressi nel mondo dell’università è stata coperta nel 57% dei casi da donne, che ormai sono la maggioranza degli iscritti in molte facoltà. E il 59% dei laureti di primo livello sono sempre donne, in linea con la media Ocse del 58%. In rosa anche il 33% dei laureati in ingegneria, uno dei dati più alti tra i paesi Ocse. L’Italia ha anche una delle percentuali piu’ alte di qualifica di ricerca avanzata (dottorati) assegnati a studenti di sesso femminile (52%).
La media di diplomati è dell’83% con una crescita che è pari solo allo 0,7% fra il 1995 e il 2010. La media Ocse, comunque, non è molto superiore: 84%, quella Ue21 è l’87%. Fra i più giovani, 25-34 anni, la quota di chi ha preso almeno il diploma è al 71% contro una media Ocse dell’82% il che ci colloca al 30mo posto su 36 paesi.