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Ora di religione a scuola, i vescovi s’appellano a genitori e alunni perché dicano sì: una scelta importante, aderisce l’84,4%

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Solo 16 alunni su 100 non assistono all’ora di religione a scuola. A sostenerlo la Conferenza episcopale italiana: il 9 gennaio, giorno di avvio delle iscrizioni ai primi anni di ogni grado scolastico per il 2023/24, la Cei ha tenuto a ricordare che l’84,4% degli studenti italiani si avvale dell’insegnamento dell’ora di religione cattolica.

L’appello della Cei

Da parte dei vescovi è anche arrivato un sentito invito a genitori e studenti nel considerare l’opzione che viene offerta.

“Si tratta – si legge nel messaggio della presidenza della Cei – di una scelta importante, che vi permette di partecipare alla costruzione del percorso educativo offerto dalla scuola. È infatti uno spazio di libertà e di responsabilità quello che avete davanti, un modo per sentire ancora più vostro il cammino di crescita umana e culturale che state compiendo o accompagnando”.

E ancora: “Siamo certi che avvalersi delle opportunità offerte dall’Insegnamento della religione cattolica a scuola aiuti a camminare nelle direzioni indicate da papa Francesco”.

“Vi rinnoviamo l’invito ad avvalervi dell’Insegnamento della religione cattolica, per una scuola che guarda alla crescita integrale della persona e per una cultura generatrice di dialogo e di pace”, concludono in vescovi.

In Italia le percentuali cambiano con territori e gradi di scuola

Il dato pubblicato dalla Cei è abbastanza inferiore all’ultimo riportato da Repubblica.it e ripreso dalla Tecnica della Scuola, in base al quale che alle superiori oltre 560 mila ragazzi (il 21%) ogni settimana preferiscono fare altro durante l’ora di religione, come uscire dalla scuola in anticipo o entrare dopo, se nell’orario l’ora è piazzata in chiusura o in apertura.
In alternativa i ragazzi potrebbero sfruttare le ore di religione per dedicarsi al recupero di qualche lacuna o seguire le attività alternative organizzate dall’istituto.

Anche se fossero oltre il 20%, in media, gli studenti a non fare religione in Italia, si tratterebbe comunque di un risultato importante. Certamente in calo rispetto al passato, ma tutt’altro che scontato. Basta ricordare che nella cattolicissima Spagna ben il 52% degli alunni frequenta lezioni di materie alternative.

È al Nord che si registrerebbe la disaffezione maggiore, con numeri che toccano il 30,4%, quasi uno studente su tre. Addirittura in alcune Regioni, come la Valle d’Aosta (41,6%) e la Toscana (37,4%), la fuga dimezza le classi. Al Sud, con l’8,5% di studenti che escono dalle aule, ancora l’appeal della “disciplina” resiste.

Il problema dell’ora alternativa

Secondo lo Snadir, il primo sindacato dei docenti di religione, però la percentuale media in Italia di alunni che non si avvalgono si attesterebbe attorno al 13%: almeno l’85%, quindi, in media nel nostro Paese frequenterebbe la lezione di religione cattolica. Inoltre, l’ora alternativa spesso non viene attuata per negligenza dell’istituzione scolastica.

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