
La cantante Orietta Berti, storica icona della musica italiana, ha rilasciato una intervista a Tuttoscuola in cui ha parlato della sua esperienza a scuola e di ciò che si augura per il futuro dell’istruzione, in un’epoca di boom delle tecnologie.
“Se penso alla scuola le prime cose che mi vengono in mente sono le amicizie con i miei compagni di classe, il fiocco bianco del colletto del mio grembiule che adoravo, il profumo del cuoio della mia cartella, le scarpe di vernice che ‘scioccavano’ quando camminavo e ovviamente il piacere e la curiosità che ogni giorno la scuola mi stimolava. Adoravo andare a scuola e ancora oggi lo studio continuo nel mio lavoro viene proprio da li”, ha esordito.
Il sogno di Orietta Berti
“Avrei voluto una biblioteca multimediale come quelle di oggi, sono straordinarie e bellissime. Allora avevamo delle bellissime biblioteche e anche la casa del popolo dove si imparavano e studiavano le arti come il canto, la pittura, la recitazione. Ma le biblioteche multimediali di oggi sono favolose”, ha aggiunto.
Orietta Berti ha poi concluso con un messaggio importante: “Sogno una scuola che pur seguendo la tecnologia e rimanendo all’avanguardia mantenga l’umanità e l’empatia delle persone e dei Maestri, che sono la componente fondamentale dell’istruzione, dell’educazione e dell’apprendimento. Nessun insegnante robotico o intelligenza artificiale potrà mai trasmettere, confortare, spronare e stimolare il sapere in uno studente come un essere umano e un Maestro vero”.
Intelligenza artificiale a scuola, l’indagine di Tecnica della Scuola e Indire
Sono stati presentati lo scorso giovedì 13 marzo, presso Fiera Didacta Italia i dati dell’indagine sull’uso dell’intelligenza artificiale generativa a scuola, condotta da INDIRE in collaborazione con la casa editrice La Tecnica della Scuola, che ha coinvolto 1.803 docenti di ogni ordine e grado.
Alla presentazione hanno partecipato Alessandro Giuliani, direttore della Tecnica della Scuola, Aluisi Tosolini, filosofo dell’educazione e i ricercatori INDIRE Samuele Borri, Samuele Calzone e Matteo Borri.
I risultati dell’indagine mostrano che oltre la metà degli insegnanti intervistati utilizza regolarmente strumenti di IA nelle proprie attività didattiche. In particolare, il 52,4% dichiara di servirsi dell’intelligenza artificiale per supportare la didattica, mentre il 10% la utilizza come strumento compensativo per studenti con difficoltà.
L’intelligenza artificiale si rivela utile anche per compiti non strettamente legati all’insegnamento: il 56,7% degli intervistati la usa per elaborare relazioni e progettazioni didattiche, mentre il 21,5% la sfrutta per redigere verbali di riunioni.