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Osservatorio Futura, scuola vista distante dal mondo del lavoro. Sinopoli (Flc-Cgil): “Non ha il compito di formare lavoratori”

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Manca poco più di un mese alla riapertura delle scuole, la terza consecutiva in epoca Covid. Ed è proprio a proposito delle misure di contrasto al Covid-19 che si discute da tempo, visto che ancora non sono state divulgate delle linee guida precise da parte del Ministero della Salute.

L’Osservatorio Futura ha portato avanti uno studio intervistando 2.000 persone con l’obiettivo di indagare la situazione economica, sociale e lavorativa del paese. Tra i risultati che più meritano attenzione ci sono quelli relativi alle misure di prevenzione al Covid. Secondo la maggior parte dei partecipanti al sondaggio queste non devono venire abbandonate, anzi. In più lo studio ha cercato di analizzare quali sono per gli intervistati i problemi più complessi che la scuola deve affrontare oggi.

Le tre maggiori criticità della scuola italiana

Le prime tre criticità della scuola italiana riscontrate dal campione preso in esame sono: distanza dal mondo del lavoro, programmi scolastici non adeguati, mancanza di fondi e risorse per la didattica. Su questo ha commentato il segretario generale della Flc-Cgil Francesco Sinopoli: “Sul primo aspetto pesa sicuramente la preoccupazione che tutti hanno per l’occupazione. Però io credo che la questione sia complessa”.

“Pesa una discussione sul rapporto tra scuola e lavoro drogata dalla stragrande maggioranza dei media, sempre concentrati sul tema mismatch tra domanda e offerta. Come se il compito del sistema dell’istruzione fosse solo l’adeguamento della scuola al mercato del lavoro, mentre manca un ripensamento del lavoro sempre più precario e dequalificato. Certamente la scuola deve fornire strumenti per stare nel mercato del lavoro, ma non è pensata per formare lavoratori”.

Covid scuola, le misure di contrasto ritenute più importanti

L’indagine ha permesso di investigare sulle misure anti-Covid che gli intervistati ritengono imprescindibili per un ritorno a scuola in sicurezza. Uno su tre pensa siano necessari interventi di igienizzazione degli ambienti scolastici, segue lo sdoppiamento delle classi (17% del campione, ma ben un insegnante su tre), svolgimento delle lezioni in luoghi più ampi o esterni (17%) e rispetto della distanza di sicurezza. Solo il 15% del campione non adotterebbe alcuna misura.

Sinopoli ha commentato così questi risultati: “Non sorprendono. Chi lavora nelle scuole chiederebbe le stesse cose, a partire dai dirigenti scolastici che giustamente reclamano l’organico Covid. La realtà è che da parte del governo non c’è stata nessuna idea di come affrontare il prossimo anno scolastico. I problemi che emergono dalle risposte sono gli stessi di questi anni di pandemia, ai quali però con l’ultima Finanziaria non è stata data una risposta efficace”.

Dad e ruolo degli insegnanti

Rimanendo in tema Covid, anche secondo questo studio la Dad è stata deleteria: un intervistato su 3 la valuta molto negativamente e soltanto uno su 4 ne ha un’opinione molto o abbastanza positiva. Il giudizio è migliore tra gli insegnanti e più positivo tra gli studenti.

Tra i problemi legati alla Dad che i partecipanti hanno rilevato ci sono disturbi emotivi nei giovani (30%), ridotta capacità di concentrazione e apprendimento (27%), effetti negativi sul rendimento scolastico (22%) e problemi di accesso e impatto negativo per gli studenti più poveri (21%).

Un nota positiva proviene dalla percezione del campione preso in considerazione dall’indagine del ruolo degli insegnanti, ritenuti determinanti nella crescita e nell’educazione degli studenti, soprattutto nella scuola primaria (punteggio 4.15 in una scala da 1 a 5), ma in realtà anche in tutti gli ordini di scuola (punteggio mai sotto al 4).