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Paolo Bonolis: “Lo smartphone si può avere dai 16 anni, punto. I giovani crescono incapaci di affrontare la fatica di studiare”

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Il celebre conduttore Paolo Bonolis ha le idee chiare: non si può permettere ai ragazzi che hanno meno di sedici anni di utilizzare gli smartphone. Ormai, nei nostri tempi, sembra praticamente un’utopia; il presentatore romano ha comunque elaborato una riflessione.

Bonolis durissimo

“Lo smartphone si può avere solo dai 16 anni. Punto. I giovani vengono inghiottiti dal mondo virtuale”, ha detto a Oggi. Ed ecco un riferimento alla scuola: “È drammatico quello che sta accadendo: i giovani – ma anche tanti adulti – ormai vivono nell’universo parallelo creato da Internet, non sono più qui tra noi, nella vita vera… Così i giovani crescono incapaci di affrontare la fatica, anche quella di studiare…. E questo crea un altro problema: viene compromesso il valore delle cose perché è del tutto sconosciuta la fatica che si fa per ottenerle”.

“Però non puoi spiegarlo ai figli e poi comportarti diversamente perché sappiamo che loro ignorano i nostri consigli mentre emulano nostri comportamenti”, ha aggiunto.

La circolare di Valditara

Le sue parole arrivano all’indomani della decisione del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara di vietare gli smartphone anche alle scuole superiori, dopo la circolare che li ha banditi nelle scuole del primo ciclo.

Ecco il testo della nuova circolare, emessa il 16 giugno: “Le istituzioni scolastiche provvederanno, pertanto, ad aggiornare i propri regolamenti e il patto di corresponsabilità educativa prevedendo per gli studenti del secondo ciclo di istruzione il divieto di utilizzo dello smartphone durante l’orario scolastico anche a fini didattici, nonché specifiche sanzioni disciplinari per coloro che dovessero contravvenire a tale divieto. È rimessa all’autonomia scolastica l’individuazione delle misure organizzative atte ad assicurare il rispetto del divieto in questione.

“Resta inteso che l’uso del telefono cellulare sarà sempre ammesso nei casi in cui lo stesso sia previsto dal Piano educativo individualizzato o dal Piano didattico personalizzato come supporto rispettivamente agli alunni con disabilità o con disturbi specifici di apprendimento ovvero per motivate necessità personali. Analogamente, l’utilizzo del telefono cellulare rimane consentito qualora, sulla base del progetto formativo adottato dalla scuola, esso sia strettamente funzionale all’efficace svolgimento dell’attività didattica nell’ambito degli specifici indirizzi del settore tecnologico dell’istruzione tecnica dedicati all’informatica e alle telecomunicazioni”.

“Esclusivamente per finalità didattiche resta ovviamente confermato l’impiego degli altri dispositivi tecnologici e digitali a supporto dell’innovazione dei processi di insegnamento e di apprendimento, come pc, tablet e lavagna elettronica, secondo le modalità programmate dalle scuole nell’esercizio della propria autonomia didattica e organizzativa. Sotto tale profilo, le istituzioni scolastiche avranno cura di sfruttare in maniera ottimale le potenzialità degli strumenti digitali, ormai largamente diffusi in ambito scolastico grazie ai notevoli investimenti avviati negli scorsi anni, per migliorare la qualità degli insegnamenti e favorire l’apprendimento. Appare infine utile evidenziare che l’attuazione del divieto generalizzato dell’impiego del telefono cellulare non esaurisce il fondamentale ruolo che la scuola è chiamata a svolgere per assicurare il benessere psicofisico e la crescita dei nostri studenti. È necessario, infatti, rafforzare le azioni finalizzate a educare all’uso responsabile e consapevole dello smartphone e degli altri strumenti digitali. Notevole attenzione andrà anche dedicata alle tematiche connesse alla diffusione dell’Intelligenza Artificiale, ivi inclusi i suoi impieghi nelle attività didattiche e nei processi di apprendimento, al fine di promuoverne un uso efficace. Per tali finalità, occorre fare particolare riferimento a quanto disposto dalle Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica, adottate con decreto ministeriale 7 settembre 2024, n. 183”.