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Papa Francesco, 3 ipotesi di reato per il minuto di silenzio a scuola: abuso d’ufficio, violenza, discriminazioni. Aduc denuncia Mim e incita genitori

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Abuso di ufficio, violenza privata, discriminazione religiosa“: sono le ipotesi di reato che l’Aduc – l’Associazione per i Diritti degli Utenti e dei Consumatori – ha depositato alla Procura della Repubblica di Roma, competente per territorio (inizialmente era stata indicata quella di Firenze), attraverso un esposto, per denunciare il ministero dell’Istruzione e del Merito per aver imposto nelle scuole un minuto di silenzio (sabato 26 aprile e solo per gli istituti chiusi lunedì 28), al fine di commemorare la morte di Papa Francesco. A rendere note le ipotesi di reato presenti nell’esposto-denuncia, di cui ‘La Tecnica della Scuola’ si era occupata nei giorni scorsi, è stato il presidente dell’associazione dei consumatori Vincenzo Donvito Maxia: la condotta del Ministero, ha fatto sapere, “appare integrare diverse ipotesi di reato” e “con l’aggravante di essere stata commesso” il tutto “con abuso dei poteri inerenti a una pubblica funzione”.

La denuncia – che fa seguito ad un crescendo di polemiche – è stata depositata perché, ha detto Vincenzo Donvito Maxia, “da notizie pervenute ad Aduc, nelle scuole la commemorazione è stata imposta a tutti gli studenti e redarguendo chi faceva richiesta di essere esentato, pur vigendo nel sistema scolastico la possibilità di esenzione dell’ora di religione cattolica che, dal 1984, non è più religione di Stato”.

Secondo il presidente Aduc sarebbe bene che presentino una denuncia (ma ai carabinieri) anche i genitori degli alunni obbligati, loro malgrado, a partecipare al minuto di silenzio.

Donvito Maxia crede, quindi, “che sia opportuno, al fine di ribadire e affermare i principi costituenti del nostro Stato laico, che all‘articolo 19 della Costituzione si stabilisce libertà di religione, che ognuno si faccia portatore di questa istanza: studente o genitore (in rappresentanza dello studente) che abbia dovuto sottomettersi alle disposizioni del ministero, anche considerando l’eventuale mancanza di intervento da parte della direzione della scuola”.

Il numero uno dell’associazione di consumatori, quindi, consiglia “per praticità della procedura, di depositare l’esposto presso la locale caserma dei carabinieri. Nel caso, chiediamo che si avvisi Aduc di aver preso questa iniziativa”, ha concluso il suo presidente.

In effetti, sono in numero crescente gli studenti che rinunciano all’ora di religione cattolica e che quindi, almeno potenzialmente, non sarebbero stati interessati a commemorare Papa Francesco (anche se il Pontefice argentino riscuoteva non pochi consensi anche da laici e sostenitori di altre religioni): nell’anno scolastico 2023-24 si è raggiunta la cifra record di 1 milione e 164 mila studenti che si sono avvalsi della facoltà di non partecipare all’ora settimanale di religione, con un aumento pari a 68 mila unità rispetto alla precedente rilevazione, quando gli studenti che optavano per insegnamenti alternativi erano il 15,5% del totale.