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Papa Francesco, il minuto di silenzio imposto dal Ministero è “abuso di potere”: denuncia Aduc alla procura di Firenze

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“Abuso di potere”: è quelle che secondo l’Aduc è stato attuato dal ministero dell’Istruzione e del Merito nel pubblicare la circolare che ha ordinato per di osservare sabato 26 aprile nelle scuole di ogni ordine e grado un minuto di silenzio per la morte di Papa Francesco, quindi nel giorno del funerale del pontefice, oppure lunedì 28 negli istituti che due giorni prima erano chiusi. Ad alimentare la polemica sul minuto di silenzio, è stato il presidente Aduc Vincenzo Donvito Maxia, per il quale si tratta di una decisione impraticabile, tanto che presenterà la denuncia alla procura di Firenze.

“Da alcune notizie che ci sono pervenute, purtroppo è accaduto quanto non avremmo voluto accadesse – sottolinea il presidente Aduc -: obbligo con nessuna possibilità di non ottemperarvi. Questo nella scuola dove si può essere esentati dall’ora di religione cattolica. Per quanto ne sappiamo studenti, talvolta maggioranza anche in alcune aule, hanno chiesto di non parteciparvi e non solo non sono stati ascoltati, ma anche redarguiti spiegando loro che avrebbero dovuto sentirsi coinvolti col cuore e l’animo in questo ricordo del Papa cattolico”.

“E’ bene ricordare – continua Vincenzo Donvito Maxia – che la religione cattolica, per quanto sia la confessione più diffusa in Italia e per quanto ci hanno voluto far credere nell’informazione durante la settimana passata, non è la sola e non è maggioritaria, soprattutto a confronto con coloro che non fanno riferimento ad alcuna religione. Non solo, ma l’Italia è dal 1984 che non ha una religione di Stato, anche se in Costituzione, all’art.7, sono stati inseriti i Patti Lateranensi, che riconoscono un diritto costituzionale privilegiato dello Stato italiano con quello del Vaticano. Vedremo come finirà la denuncia che abbiamo presentato contro il ministero per abuso di potere”.

A guardare i numeri sugli iscritti a scuola, sono in effetti sempre più gli studenti che rinunciano all’ora di religione: nell’anno scolastico 2023-24 si è raggiunta la cifra record di 1 milione e 164 mila studenti che si sono avvalsi della facoltà di fare altro, con un aumento pari a 68 mila unità rispetto alla precedente rilevazione, quando gli studenti che optavano per insegnamenti alternativi erano il 15,5% del totale.

Oggi, scrive l’Ansa, la percentuale è del 16,2%, e in alcune città – come Firenze, Bologna e Aosta – registra ulteriori picchi, arrivando in alcuni casi a coprire la metà degli alunni. Da una indagine dell’Unione atei e agnostici razionalisti, riassunta nei suoi passaggi principali dal portale Skuola.net, emerge lo spaccato di un corpo studentesco diviso tra Nord e Sud, per quanto riguarda la fruizione dell’ora di religione cattolica a scuola.

Il Sud Italia sembra infatti mantenere un approccio più “tradizionale” rispetto alla religione nelle scuole: in città come Taranto, Benevento e Barletta, le percentuali di studenti che si rifiutano di partecipare all’ora di religione sono inferiori al 3%. Firenze, al contrario, risulta la città più “laica” d’Italia. Qui, oltre la metà – il 51,5% – degli studenti non partecipa alle attività in classe.

Seguono, non di molto, Bologna (47,29%), Aosta (43,58%) e Biella (40,62%), con numeri ben al di sopra della media del Paese.