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Papa Francesco, minuto di silenzio spostato a lunedì nelle scuole chiuse il 26 aprile. La polemica: “Italia stato laico”

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Si sono tenuti oggi, 26 aprile, i solenni funerali di Papa Francesco, morto lo scorso 21 aprile, il giorno di Pasquetta, a 88 anni a causa di un ictus. Come abbiamo scritto più volte, secondo quanto stabilito dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, nelle scuole pubbliche è stato ordinato un minuto di silenzio per oggi, alle ore 10,00.

Peccato che molte scuole, oggi, erano chiuse, per il ponte del 25 aprile o perché di sabato non ci sono attività didattiche. Per questo è stato previsto che, in questi casi, il minuto di raccoglimento è spostato al primo giorno utile, probabilmente il lunedì 28 aprile.

Opinioni diverse

Ma, come riporta Il Corriere della Sera, in molti non gradiscono questa richiesta, che appunto è tale e non è un obbligo. C’è chi fa osservare che lo stato italiano si professa laico: quindi non si dovrebbe fare un minuto di silenzio per il capo della Chiesa Cattolica.

Altri invece, credenti o meno, credono che si tratti comunque di un gesto di rispetto per una figura storica che lascerà sicuramente una grande eredità.

Funerali Papa Francesco, l’omelia

Come riporta Il Corriere della Sera, sono 50.000 i fedeli presenti all’interno di Piazza San Pietro. Il massimo consentito dal piano di sicurezza per la gestione dei grandi eventi seguito e coordinato in questo momento dalla questura. Nell’area adiacente a via della Conciliazione ci sono state invece circa 100.000 persone pronte ad assistere ai funerali di Papa Francesco attraverso una dozzina di maxi schermi installati in luoghi strategici soprattutto in direzione del rione Prati. All’interno dell’area di sicurezza della Santa Sede sono giunte 140 delegazioni di paesi stranieri compresa quella del presidente americano Donald Trump.

Dopo circa quaranta minuti dall’inizio della celebrazione ha preso la parola il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio, per l’omelia. Re ha parlato della “scelta di un programma e di uno stile”, già dal nome “Francesco”. Il prelato ha definito il Papa come “desideroso di essere vicino a tutti, con attenzione alle persone con difficoltà, gli emarginati, è stato un Papa in mezzo alla gente, con cuore aperto verso tutti, attento al nuovo che emergeva nella società con carisma dell’accoglienza e dell’ascolto e la convinzione che la Chiesa è una casa per tutti, con le porte sempre aperte”.

“In contrasto della cultura dello scarto ha parlato della cultura dell’incontro, della solidarietà. Con forza ha ricordato che apparteniamo tutti alla stessa famiglia umana e che nessuno si salva da solo. Ha più volte implorato la pace perché la guerra, diceva, è solo morte di persone, distruzione di case, ospedali e scuole. La guerra lascia sempre il mondo peggiore di come era prima”.

“Il Papa Francesco diceva sempre di pregare per lui. Ora, caro Papa Francesco, chiediamo a te di pregare per noi e ti chiediamo di benedire la Chiesa, il mondo intero”, ha concluso.

Il discorso del cardinale può essere un insegnamento per tanti docenti, in analogia con il pensiero di Don Milani. Papa Francesco era contro la cultura dello scarto a favore dell’ascolto: si tratta di parole che tanti insegnanti, di sostegno, e non, applicano nella loro vita di tutti i giorni nei confronti di studenti con difficoltà o con disabilità.