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Pedofilo, ma ancora insegna

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Burle del sistema giudiziario italiano? Ciò che è certo, la vicenda ha dell’incredibile. Un docente di matematica, al servizio in una scuola media di Torino, condannato per pedofilia, ha patteggiato la pena a 1 anno e otto mesi, motivo per cui non ha fatto un solo giorno di carcere. In compenso si trova a scuola come insegnante di ruolo e in continuo contatto con i ragazzi.

Il docente pedofilo aveva molestato una bambina di sette anni esattamente nell’estate del ’98, abusandone in un campo estivo. L’uomo, condannato solo nel 2004 a 3 anni e 6 mesi di prigione, ottenne il dimezzamento della pena in appello. I giudici avevano inoltre stabilito per l’animatore una provvisionale di 27mila euro, pagata solo qualche settimana fa, dopo che l’avvocato della famiglia ha chiesto il pignoramento dello stipendio.

Nel frattempo però l’uomo è stato assunto, mentre la famiglia della bambina, ora ventiduenne, non riusciva a ottenere il pagamento della pena pecuniaria.

Questo il motivo, scrive Il Giornale, di rendere pubblica la storia.

“È scandaloso”, dice l’avvocato della famiglia “che questo signore abbia trovato un posto di lavoro a carico del contribuente, per di più nel delicatissimo mondo dell’istruzione”.

Il legale – che ha ottenuto il trattenimento mensile di un quinto della retribuzione del docente – ha inoltre sottolineato che la famiglia non è stata tutelata dalla giustizia e la vicenda è stata rivelata per “tutelare l’opinione pubblica. Il trauma subito quell’estate è stato superato con molta fatica – ha aggiunto – ma troviamo inaccettabili tutte le umiliazioni cui la famiglia è stata sottoposta”.

Qualcuno giustamente, per sottolineare le grottescherie del nostro sistema, richiama la vicenda di Giancarlo Galan, deputato, attualmente agli arresti domiciliari, ma beneficiario ogni mese dello stipendio di parlamentare e soprattutto di presidente della Commissione cultura alla Camera.

E una Nazione che ha come presidente della Commissione cultura alla Camera, il luogo della rappresentanza popolare,  un signore agli arresti domiciliari ha di che vantarsi