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Pensione anticipata, tutti d’accordo

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Dai parlamentari PD continuano ad arrivare dichiarazioni favorevoli all’uscita anticipata dei lavoratori rispetto agli alti parametri imposti dalla riforma Fornero.

Dopo le parole di Cesare Damiano e Maria Luisa Gnecchi, presidente e capogruppo Pd della commissione Lavoro alla Camera, che hanno comunicato il raggiungimento delle 50mila firme a favore della petizione a sostegno della flessibilità delle pensioni, nella stessa giornata del 6 luglio sono giunte quelle di Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, in diretta a Omnibus, su La7.

“La burocrazia – ha detto Boccia – cambia pelle se ingloba nuove generazioni e questa deve essere una scelta di tutto il Parlamento, favorendo l’uscita di chi è vicino alla pensione”.

Secondo l’on. Boccia, “il problema della nostra pubblica amministrazione è la carenza di giovani digitali, risorse essenziali in grado di rivoluzionare cambiando metodi e comportamenti la vecchia macchina burocratica italiana. Sarebbe una scelta rivoluzionaria immettere nel motore della PA 20 mila ventenni digitali; i tribunali, come i comuni e altri uffici pubblici, oggi sono anche dotati di tecnologie ma mancano le nuove risorse. Cosa te ne fai di un tablet se poi c’è chi non sa usarlo? A che serve mandarci gente che era nelle province se non sanno utilizzare le tecnologie? Il Governo ha fatto quello che si poteva con le risorse umane esistenti. Ora basta con questo stupido blocco del turn over”.

Boccia ha concluso ricordando che “abbiamo cinquantenni e sessantenni dietro gli sportelli, per strada per la sicurezza e nell’organizzazione dei servizi. Possono essere sempre delle risorse preziose, ma non innovano più. Serve cambiar passo e lo fai con l’energia e le competenze digitali dei giovani”.

Ora, il fatto che una posizione del genere, favorevole a forme di “scivolo” per svecchiare la pubblica amministrazione, arrivi da un parlamentare PD che opera in sono ad una commissione chiave, quale è quella Bilancio, è un passo in avanti importante. Ad ostacolare, in passato, soluzioni a favore dei lavoratori danneggiati dalla “stretta” sul sistema previdenziale, erano stati anche e soprattutto le commissioni Bilancio, in accordo con ministero dell’Economia. Nella scuola, in particolare, si ricorda la vicenda dei Quota 96, bloccati all’ultimo momento per motivi di finanza, dopo che a tutti i livelli avevano detto sì alla “ciambella” di salvataggio.

Per questi antefatti, i lavoratori si aspettano che l’on. Boccia si adoperi per rendere esecutiva la sua proposta. Possibilmente, senza che si arrivi a proposte difficilmente condivisibili e accettabili, visto che la stessa Ape – riservata ai nati tra il 1951 e il 1953 – si sta rivelando un modo per lasciare prima ma ad un prezzo altissimo.

In Parlamento ci sono diversi disegni di legge, anche bene avviati, su cui poter stringere accordi. E sapere che diversi onorevoli e senatori del partito di maggioranza la pensano allo stesso modo, è un buon punto d’inizio. 

A patto che vi sia un seguito. In coso contrario, ci ritroveremmo dinanzi alla solita politica degli annunci. Una politica a cui purtroppo siamo abituati, ma di cui nessuno sente più il bisogno.

 

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