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Pensioni quota 100 a 62 anni e 38 di contributi: il Governo fa sul serio

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Per l’accesso alle nuove pensioni, salgono le quotazioni di quota 100 a 62 anni di età, ma necessariamente con 38 anni di contributi. Contemporaneamente, l’esecutivo sta studiando la possibilità di bloccare l’aumento dell’aspettativa di vita di cinque mesi per le pensioni anticipate previsto per il 2019.

Oppure 42 anni e 10 mesi di contributi senza vincoli di età

È questo il pacchetto pensionistico – che stravolgerebbe la riforma Monti-Fornero – sui cui il Governo starebbe lavorando per dare l’opportunità ad almeno 400 mila lavoratori di andare in pensione già nel corso del 2019.

Per quanto riguarda l’uscita a prescindere dall’età anagrafica, secondo fonti governative, riprese dalle agenzie di stampa, quindi nel 2019 si potrà continuare ad andare in pensione indipendentemente dall’età avendo 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 3 mesi per le donne) invece che 43 anni e 3 mesi.

Boeri (Inps): grande iniquità nelle scelte del governo

Mentre si sta profilando il nuovo modello di accesso alla pensione, dall’Inps continua a giungere una strenua opposizione.

“C’è una grande iniquità nelle scelte del governo sulle pensioni e questo è un pericolo molto serio”, ha detto presidente dell’Inps, Tito Boeri.

“Ammesso e non concesso che per ogni pensionato creato per scelta politica ci sia un lavoratore giovane – ha spiegato Boeri, parlando a Torino in occasione dei 120 anni dell’Inps – bisogna tenere conto che chi va in pensione oggi in media ha una retribuzione di 36.000 euro lordi, mentre un giovane assunto con contratto a tempo indeterminato, cosa molto rara, avrà una retribuzione di 18.000 euro. Quindi ci vorrebbe la retribuzione di almeno due giovani lavoratori per pagare una pensione.

“Si stanno toccando equilibri molto delicati è un grande gesto di irresponsabilità. Il patto intergenerazionale non si regge non solo sulla sostenibilità finanziaria ma deve avere anche una percezione di equità”, ha concluso Boeri.