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Per meglio capire la protesta dei presidi

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Il sito IMille.org ha pubblicayo l’articolo “Capire la protesta dei presidi” di Francesco Rocchi (http://www.imille.org/2017/06/capire-la-protesta-dei-presidi/).

E’ un buon articolo che fa una sintesi chiara ed esaustiva riguardo alla recente protesta dei presidi, risulta però lacunoso ed omissivo relativamente alla cronistoria degli aspetti sindacali, almeno da quando è partita la vicenda Buona Scuola (3 settembre 2014).

Qui di seguito, desidero riportare alcune brevi citazioni e taluni riferimenti relativi a detti aspetti di carattere sindacale.

 

1) il personale della Vera Scuola protestò in massa e scioperò in massa. Era il 5 maggio 2015. Ma i dirigenti rimasero in silenzio. Con le bocche ermeticamente chiuse dai “tappi della speranza”: la speranza di vedersi equiparati ai dirigenti della PA; la speranza di vedere riconosciuto un trattamento retributivo che fosse consono al loro ruolo; la speranza di non dover sottostare alle numerose vessazioni burocratiche; la speranza di poter autonomamente scegliere il personale senza dover attingere da regolari graduatorie; la speranza di poter avere la collaborazione di un intero staff presidenziale; la speranza di poter avere la governance completa sull’istituto diretto.

(v. “Tutti i tappi del dirigente” di Bianca Maria Cartella, 30 maggio 2017; https://www.facebook.com/bianca.cartella?fref=nf)

 

2) Intanto i presidi, ora dirigenti scolastici, protestano, rivendicano la “perequazione” retributiva (cioè il raddoppio dello stipendio, qualcosa come + 480 mln di euro in totale per 8.000 DS), sono scesi in agitazione felpata dall’inizio di aprile, ma hanno in programma lo sciopero della fame (?), l’assedio al Miur (25 maggio), il rifiuto delle reggenze (se lamentano di lavorare 12-13 ore al giorno, come fanno a gestire due scuole??!!).

(v. “Galli della Loggia e il tabù della bocciatura da infrangere/2” di Vincenzo Pascuzzi, 16 maggio 2017; http://www.tecnicadellascuola.it/item/29875-galli-della-loggia-e-il-tabu-della-bocciatura-da-infrangere.html)

 

3) L’ANP è “il sindacato che più aveva appoggiato la legge 107” rivela o conferma il preside, o DS, Stefano Stefanel nell’articolo “Dirigenti o dipendenti” del 19 aprile 2017.

(v. “Il finto sciopero dei ds dell’Anp” di Vincenzo Pascuzzi, 1 maggio 2017; http://www.tecnicadellascuola.it/item/29479-il-finto-sciopero-dei-ds-dell-anp.html)

 

4) ANP aveva salutato con favore la breve stagione riformatrice che ha prodotto nel settembre 2014 il documento “La Buona Scuola” e nel luglio 2015 la legge 107, malgrado alcuni evidenti limiti, nella convinzione che il decisore politico volesse “cambiare verso” al sistema scolastico, rimettendolo al servizio del Paese, della sua crescita, delle speranze delle nuove generazioni.

(v. Documento d’indirizzo del Consiglio Nazionale ANP, 2 aprile 2017; http://www.anp.it/anp/doc/comunicato-2-aprile-2017-tivoli)

 

5) I poteri aggiuntivi che la riforma Renzi-Giannini assegnerebbe ai presidi? “Sono leve gestionali indispensabili per farla funzionare”. A dirlo è Giorgio Rembado, presidente dell’Associazione nazionale presidi. Intervistato dall’Ansa, il leader del primo sindacato per dirigenti della scuola spiega che un intervento sul fronte dei dirigenti scolastici e dell’autonomia era “necessario”.

(v. “La riforma porta troppo potere ai presidi? Macché, ci voleva!” di Alessandro Giuliani, 13 marzo 2015; http://www.tecnicadellascuola.it/item/10096-la-riforma-porta-troppo-potere-ai-presidi-macche,-ci-voleva.html)

 

6) “Io non sciopero e voglio migliorare il Ddl ‘La buona scuola’” è il titolo dell’appello lanciato da quattro Dirigenti scolastici che dissentono dallo sciopero proclamato per il prossimo 5 maggio dalle cinque maggiori organizzazioni sindacali.

(v. #iononsciopero, un appello lanciato da quattro Dirigenti scolastici, di tuttoscuola.com, 27 aprile 2015; http://www.tuttoscuola.com/iononsciopero-un-appello-lanciato-da-quattro-dirigenti-scolastici/)

 

7) Mentre gli insegnanti si preparano al grande sciopero del 5 maggio, il primo proclamato insieme dopo 7 anni dai principali sindacati del settore (i 3 confederali con Snals e Gilda), e mentre continuano a non spegnersi le polemiche tra il ministro Giannini e i docenti da lei definiti “squadristi”, 4 impavidi presidi, stufi di essere definiti sceriffi o peggio, hanno spiegato sul web perché il 5 maggio andranno a lavorare: il documento si intitola “#iononsciopero e voglio migliorare il ddl la Buona Scuola”. Non vogliono essere definiti tout court “filo-Renzi” (per dirla in modo gentile, perché sul web li hanno riempiti di insulti irripetibili); il loro obiettivo è far sì che il percorso iniziato vada avanti, anche se con qualche cambiamento importante.

(v. “#iononsciopero contro la Buona Scuola” di Cristina Lacava, 29 aprile 2015; http://blog.iodonna.it/scuola/2015/04/29/iononsciopero-contro-la-buona-scuola/)

 

8) “Non è che abbiamo sbagliato noi presidi a voler diventare dirigenti manager di una scuola-azienda di vaste dimensioni (altrimenti non ci avrebbero concesso la dirigenza), che non ci lascia il tempo per seguire i nostri ragazzi con tutti i problemi che oggi hanno? (…) E i nostri insegnanti che debbono sentirci vicini, che debbono poter contare su di noi per intraprendere un cammino di innovazione per il quale non si sentono preparati? ….”

(v. “L’isola che non c’è? Alla ricerca della scuola ideale”di Annunziata Brandoni, 2010; http://www.unilibro.it/libro/brandoni-annunziata/isola-che-non-c-e-ricerca-scuola-ideale/9788856750379)