Home Politica scolastica PN Scuola e Competenze (FSE+) 2021-2027: il progetto rischia di arenarsi?

PN Scuola e Competenze (FSE+) 2021-2027: il progetto rischia di arenarsi?

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Il programma Pn “Scuola e competenze 2021-2027”, con l’obiettivo, come si legge sul sito del Mim, “di migliorare la qualità, l’inclusività, l’efficacia e l’attinenza al mercato del lavoro dei sistemi di istruzione e di formazione, di promuovere la parità di accesso e di completamento di un’istruzione inclusiva e di qualità, anche mediante lo sviluppo di infrastrutture, di potenziare l’apprendimento permanente e sviluppare le infrastrutture scolastiche comprese quelle per l’infanzia”, pare si sia arenato.

Infatti, come pubblica Vita.it, per questo programma si sarebbero spesi solo 56,4 milioni di euro su 3,7 miliardi a disposizione. Una quota bassissima rispetto ala grande disponibilità. E un ritardo gravissimo la cui prova starebbe nel fatto che su 513,5 milioni di euro che l’Italia avrebbe dovuto spendere entro la fine di quest’anno, ne ha invece spesi (il dato è aggiornato al 31 dicembre 2024) appunto soltanto 56,4. Un decimo. 

I numeri li avrebbe fatti conoscere la Corte dei conti con la delibera 28/2025 sull’attuazione del programma che concorre al raggiungimento dell’obiettivo “Un’Europa più sociale” della Politica di Coesione. 

Si corre dunque il rischio che l’Italia perda, oltre ad altri finanziamenti, anche questo, fra l’altro utilissimo sempre per il Sud, se la Commissione europea boccerà la revisione del programma, presentata in extremis proprio per scongiurare, scrivono i magistrati contabili, “il rischio di un disimpegno di risorse”. 

Il Piano, che può contare su un contributo comunitario di 2 miliardi e 1,7 miliardi di cofinanziamento nazionale, prevede nello specifico 4 priorità articolate in obiettivi suddivisi a loro volta in tre categorie regionali. 

Tuttavia, a fine dell’anno scorso, 2024, solo 3 indicatori su 24 presentavano un parziale stato di avanzamento degli obiettivi intermedi, mentre tutto il resto era rimasto al palo.

Paradossi a cui ormai siamo abituati e di cui non si capisce la natura, nel senso delle responsabilità, considerato che si potrebbero realizzare 115.070 posti di strutture nuove o da rimodernare per l’infanzia, ma a fronte si deve registrare uno zero totale. 

Ma anche, riporta Vita.it, zero lavoratori partecipanti ai corsi di formazione su 83.180 previsti; zero studenti su 41.120 coinvolti nelle misure volte a promuovere la transizione della scuola a lavoro; zero cittadini di paesi terzi su 24.530 attesi nei percorsi per promuovere l’apprendimento permanente.

Secondo il Mim la causa di tanto disastro starebbe nell’accavallarsi dei meccanismi di spesa e in modo particolare nel superlavoro delle segretarie scolastiche, già sotto pressione per i progetti finanziati dal Recovery plan, e dunque non in grado di reggere anche quest’altro Piano, per cui si avrebbe diluito la realizzazione degli interventi e da qui i ritardi, ma col rischio di perdere i finanziamenti.