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Precari dichiarano guerra a Renzi

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Come riferisce il quotidiano “Il tempo” essi rivendicano il diritto a non rimanere per sempre esclusi dalla “Buona Scuola” del premier, perché i nuovi docenti non dovranno essere assunti solo dalle GAE.

In prima fila ci sono i cosiddetti “congelati Ssis”, antichi aspiranti docenti che vinsero a suo tempo le selezioni per la frequenza della Ssis, il corso biennale di specializzazione per l’acquisizione dell’abilitazione all’insegnamento, sospendendone però la frequenza per impegni universitari o, in alcuni casi, per sopraggiunta gravidanza.

Il successivo blocco dei corsi Ssis ha però malauguratamente impedito loro per alcuni anni di conseguire la tanto sospirata abilitazione all’insegnamento. Quando, a partire dal 2009, gli aspiranti insegnanti hanno potuto infine abilitarsi, l’accesso alle graduatorie ad esaurimento per molti di loro è rimasto precluso.

Poi ci sono i cosiddetti “depennati Ssis”, cioè coloro che sono stati cancellati dalle graduatorie per non aver prodotto la domanda annuale di aggiornamento, spesso per carenza di adeguata informazione da parte dei competenti uffici scolastici.

Tentando le vie legali, i primi risultati sono subito arrivati: già questa estate il Tar del Lazio con una sentenza di merito ha ammesso l’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento di una “congelata Ssis” che non si era iscritta con riserva nel 2009, annullando una parte importante del decreto 572/2013 del Miur che escludeva invece questa categoria dalle graduatorie.

Lo scorso 10 settembre poi, ancora il Tar ha dichiarato illegittimo anche il decreto Miur di aggiornamento delle graduatorie «blindate» del primo aprile 2014. Infine il 26 settembre è toccato al tribunale del Lavoro di Messina ordinare all’ufficio scolastico provinciale l’immediata riammissione nelle G.A.E. di una docente “congelata SSIS” accogliendo il ricorso degli avvocati Santi Delia e Michele Bonetti, famosi per avere ottenuto l’ammissione a medicina e chirurgia di 5.000 studenti esclusi dopo i test di ingresso.

Sono proprio questi due legali che intendono dare filo da torcere al Miur: “Proseguiremo nella nostra battaglia per l’ingresso nelle Gae dei congelati e depennati che non hanno presentato ricorso, ma anche per i diplomati magistrali e tutte le categorie da noi rappresentate”, spiega Bonetti. Che ricorda: “Il Consiglio di Stato, nel confermare la sentenza che ha cancellato il decreto 572/2013 del Miur, ha usato parole durissime per stigmatizzare la scelta del ministero scrivendo testualmente che «l’esito voluto dall’amministrazione è contraddittorio, e non privo di elementi di prevaricazione per le legittime aspettative giuridiche degli interessati, perché l’avere blindato le graduatorie, nella prospettiva del loro esaurimento, non può giustificare, apparendo anzi sommamente ingiusto, la cancellazione definitiva dalle medesime”.

Addirittura si parla di una grandinata di ricorsi d’urgenza al tribunale del Lavoro e un possibile maxi ricorso al Tar su cui Bonetti e Delia stanno lavorando. Un recente censimento dei soli docenti formati e abilitati a vario titolo anche sul campo, purtroppo esclusi dalle G.A.E., a causa del susseguirsi di una legislazione caotica e farraginosa dal 2006 ad oggi, parla di 100.000 persone.

Assunzioni sì, ma non per tutti? Guerra sarà e guerra avranno.