Home Archivio storico 1998-2013 Generico Precariato: i Comitati preparano un luglio di protesta

Precariato: i Comitati preparano un luglio di protesta

CONDIVIDI

Il problema del precariato torna di nuovo all’ordine del giorno.
Nella giornata del 10 giugno si è svolto un incontro fra il ministro Mariastella Gelmini e i sindacati nel corso del quale è stata affrontata la questione delle prossime assunzioni.
Mentre non si conoscono ancora le valutazioni dei sindacati confederali sull’esito dell’incontro, lo Snals ha già fatto sapere di mostrare apprezzamento “per la decisione del ministro Gelmini di assicurare le immissioni in ruolo e di estendere ai docenti precari gli ammortizzatori sociali”.
Lo Snals ha anche chiesto che “per tutti i precari delle graduatorie permanenti ad esaurimento con nomina annuale, in servizio nel corrente anno scolastico, venga garantita la nomina giuridica, valida ai fini dell’anzianità e della pensione, con decorrenza 1° settembre”.
Ma intanto i numerosi comitati di precari attivi in molte regioni d’Italia si stanno già organizzando per promuovere una giornata nazionale di protesta simile a quella svoltasi a Roma un anno fa e che rappresentò a tutti gli effetti l’inizio della protesta contro la legge 133.
I vari comitati rilanciano ancora una volta la parola d’ordine “assunzione di tutti i precari a tempo indeterminato su tutti i posti vacanti e disponibili in organico di diritto e di fatto”.
La protesta, annunciano i precari, continuerà fino al completo ritiro di tutti i tagli previsti dalla legge 133 e fino al ritiro del progetto di legge Aprea che, secondo i precari, avrà come effetto quello di “rimettere nelle mani di fondazioni private la scuola pubblica statale, trasformandola in senso aziendalistico con conseguente gerarchizzazione dei docenti”.
La decisione di promuovere per il prossimo 15 luglio un sit-in di protesta di fronte al Parlamento è stata presa dai comitati di tutta Italia nel corso di una assemblea nazionale svoltasi lo scorso 24 maggio.
La protesta si concentra sui tagli previsti dalla legge 133 ma, inevitabilmente, riguarda anche le scelte di politica scolastica del Governo (riduzione dei posti di sostegno, diminuzione del tempo scuola, aumento del numero di alunni per classe, riduzione dei finanziamenti assegnati alle scuole per la nomina dei supplenti e per il funzionamento ordinario).