Home Estero Pressioni su premier francese per abusi in classe: cos’è successo

Pressioni su premier francese per abusi in classe: cos’è successo

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Gli istituti francesi si fanno sempre meno sicuri. In un biennio sono saliti del + 7 % gli attacchi ed episodi violenti registrati negli istituti del paese. Questi non sono solo e strettamente attinenti al bullismo, ma vedono anche il personale scolastico e docente come vittima centrale. Noti i casi in cui due docenti, in circostanze temporalmente separate ma molto affini, persero la vita perchè aggrediti da uno studente dotato di arma bianca. Da quei tragici stanti, in risposta a tali estreme manifestazioni di violenza, il Ministero di è dotato di corpi di sicurezza nelle scuole situate nelle aree a rischio e di strumenti tecnologici ai rispettivi ingressi in grado di intercettare eventuali oggetti contundenti o offensivi. Ma vi sono anche forme di violenza che spesso passano inosservate. Da decenni nelle scuole cattoliche del paese si consumano, seppur meno rispetto al passato, violenze e abusi che coinvolgono l’attuale Premier, a conoscenza di tali fatti senza aver adottato misure di prevenzione o deterrenza. A riportare il tema sul piatto dell’opinione pubblica di recente è stata la figlia, anche lei vittima di abusi.

Lo scandalo

Il primo ministro francese François Bayrou è al centro di una crescente crisi politica e personale dopo che sua figlia maggiore, Hélène Perlant, ha rivelato di essere stata vittima di violenze fisiche da parte di un sacerdote all’età di 14 anni, durante un campo estivo organizzato dalla congregazione cattolica Notre-Dame de Bétharram, negli anni ’80. In un’intervista a Paris Match e nel suo libro Le Silence de Bétharram, Perlant descrive l’istituzione come un ambiente oppressivo, simile a una setta, dove il silenzio era imposto con pressioni psicologiche. Questa testimonianza si aggiunge a oltre 200 denunce di abusi fisici e sessuali presentate da ex studenti, che hanno portato all’apertura di un’inchiesta parlamentare e a un’indagine giudiziaria, sebbene molti casi siano prescritti. Bayrou, che fu ministro dell’Istruzione dal 1993 al 1997 e la cui moglie insegnava nella stessa scuola, ha sempre negato di essere a conoscenza degli abusi. Tuttavia, emergono testimonianze contraddittorie: un giudice ha dichiarato che Bayrou avrebbe incontrato un magistrato negli anni ’90 per discutere delle indagini sugli abusi, suggerendo un possibile tentativo di insabbiamento. L’opposizione politica ha chiesto le sue dimissioni e minaccia una mozione di sfiducia, mentre Bayrou è atteso a testimoniare davanti alla commissione parlamentare il 14 maggio. Il caso ha sollevato interrogativi più ampi sulla gestione degli abusi nelle istituzioni religiose francesi e sulla responsabilità delle autorità nel proteggerle.

Centinaia di abusi

Lo scandalo Bétharram continua a scuotere la Francia. Tra il 1960 e il 2000, oltre 200 ex studenti della scuola cattolica Notre-Dame di Bétharram, a Pau, nei Pirenei, hanno denunciato abusi fisici, psicologici e sessuali perpetrati da sacerdoti e religiosi. Tra le vittime spunta ora il nome di Hélène Perlant, figlia di François Bayrou, attuale premier, che ha raccontato di essere stata picchiata brutalmente da un prete durante un campo estivo nel 1988. La sua testimonianza, resa pubblica negli ultimi giorni, ha messo in forte imbarazzo Bayrou, che fino a pochi mesi fa aveva assicurato di non essere mai stato informato di episodi di violenza nella scuola. Tuttavia, secondo un rapporto giudiziario e alcuni documenti interni risalenti al 1989, l’allora sindaco di Pau sarebbe stato avvisato da genitori e membri del personale educativo. Alla luce di queste nuove prove, Bayrou è stato convocato per testimoniare davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta il prossimo 14 maggio. Il caso Bétharram si inserisce in una lunga serie di scandali che, negli ultimi anni, hanno travolto la Chiesa cattolica francese, accusata di aver protetto i responsabili e insabbiato le denunce per oltre quattro decenni.