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Professioni sanitarie, un’assurda equipollenza

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Del tavolo, costituito per individuare una soluzione ai problemi generati dall’equipollenza tra fisioterapia e scienze motorie, fanno parte rappresentanti del Miur, della Ministero della Salute, della Conferenza dei Rettori (Crui), del Consiglio Universitario (Cun) e delle Conferenze dei Presidi delle Facoltà di medicina e di scienze motorie.
Il tavolo, che prevede anche la convocazione delle associazioni interessate al problema, ha “lo scopo di rimettere ordine – afferma il sottosegretario Maria Grazia Siliquini – ad una situazione generatasi con l’approvazione, da parte di un Parlamento disattento durante i convulsi lavori di fine legislatura, di una proposta sbagliata, che è stata presentata su iniziativa di un singolo parlamentare, in controtendenza con l’azione del Governo”.
Pur precisando che con la modifica delle classi di laurea sono stati adeguatamente distinti gli sbocchi professionali dei laureati in scienze motorie e di quelli in fisioterapia, la senatrice piemontese aggiunge: “riteniamo, in ogni caso, non sostenibile a nessun livello l’equipollenza delle due figure professionali, che hanno percorsi formativi e responsabilità ben differenziate”.
L’aggettivo “disattento” riferito al Parlamento appare in questa circostanza un dolce eufemismo se si tiene conto che lo stesso sottosegretario ha definito giustamente “assurda” la suddetta equipollenza.
Tra l’altro, a parte il buonsenso, va ricordato che il percorso formativo dei fisioterapisti è disciplinato in ambito comunitario da una specifica direttiva che ne vincola i contenuti. In Italia, peraltro, per accedere al corso è previsto il “numero programmato” nazionale, determinato dal Ministero della Salute dopo aver acquisito dalle Regioni il fabbisogno, a livello locale, di specialisti in questo settore.
Ma va anche ricordato che il Governo dispone in Parlamento di ampia maggioranza e quindi, in questo caso, c’è da registrare almeno un “difetto di comunicazione” tra Governo e parlamentari che lo sostengono!
Secondo la Siliquini “si è data una risposta sbagliata, approvata dal Parlamento senza un adeguato raccordo con il Governo, ad un problema reale: se è vero che vanno assicurati ai laureati in scienze motorie degli adeguati sbocchi professionali, ora carenti, questi devono essere ben distinti da quello dei laureati in fisioterapia”.
L’equipollenza del diploma di laurea in scienze motorie a quello in fisioterapia, prevista legge n. 27/2006 “crea confusione ed aspettative sbagliate tra i giovaniconclude il sottosegretario non garantisce né l’adeguata preparazione professionale, né le competenze del professionista fisioterapista e, sopratutto, la salute dei cittadini”.

Urge un rimedio (sic).