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Profumo: L’insegnante del futuro? È chi supererà il concorso

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Chi ha intenzione di svolgere le prove pre-selettive del concorso a cattedre farebbe bene ad ascoltare le parole del ministro Profumo. L’identikit dell’insegnante moderno, ha detto il responsabile del Miur durante un dibattito su “Scuola, università e ricerca per la crescita del Paese” alla Festa democratica nazionale a Reggio Emilia, deve essere quello di una “persona in grado di mantenere un filo logico” nei suoi interventi, che sia capace di “interpretare un testo“, che abbia inoltre “competenze di tipo informatico” e di tipo “linguistico“.
In base a quanto risulta alla “Tecnica della Scuola”, i riferimenti del ministro dell’Istruzione non sono teorici. Ma sono anche esattamente quelli che in questi giorni stanno portando gli esperti incaricati da viale Trastevere a redigere la prova pre-selettiva di fine ottobre per accedere al concorso a cattedre per circa 12mila posti, il cui bando è previsto per il prossimo 24 settembre.
Questi quattro elementi, che Profumo ha definito “essenziali per il docente del prossimo anno”, sono infatti non a caso gli stessi su cui verteranno i quesiti a risposta multipla cui si sottoporranno, secondo alcune prime stime, tra i 150mila e i 200mila candidati. In larghissima parte abilitati. Al Miur hanno deciso che per lo svolgimento delle prova precedente alle selezioni vere e proprie, i test saranno uguali per tutti. In questa fase preliminare non conteranno le discipline. La gran parte delle domande verterà proprio sull’analisi del testo e sulla logica, oltre che sulla cultura generale. Una piccola porzione dei quesiti posti, sempre a risposta multipla e chiusa, riguarderanno l’informatica e la lingua (probabilmente l’inglese). Tutti contenuti su cui il Ministro non a caso si è voluto soffermare.
Sempre durante l’intervento, Profumo ha aggiunto che gli insegnanti del futuro devono diventare capaci di “stare nella scuola“, devono in pratica “stimolare gli studenti” e “sapere alternare un’attività di docenti ad un’attività di discenti”. In sintesi “devono imparare continuamente“.
Dopo aver
brevemente ricordato la sua carriera di ricercatore, insegnante, preside e rettore, prima di essere chiamato a far parte del governo tecnico, Profumo si è soffermato sull’esigenza di passare in Italia da un sistema di cooptazione ad un sistema aperto perché per troppo tempo “siamo rimasti legati a sistemi chiusi in cui si cooptavano persone“. Durante il suo intervento il ministro all’Istruzione ha parlano inoltre della necessità di “rimescolare il sangue“: in questi anni – ha spiegato – ci siamo un po’ riprodotti, a volte bene a volte male. Ora dobbiamo pensare ad aprire il sistema“.
Per Profumo, come hanno fatto notare a livello europeo, l’Italia deve cambiare passo nel campo dell’istruzione, e lo deve fare garantendo “processi trasparenti“, che “valorizzino le capacità delle persone“. Servono “tempi certi e semplificazione” sempre nel “rispetto della legge“.

Nel corso del dibattito, una ventina di insegnati precari ha protestato contro il ministro cercando di attirate la sua attenzione e quella dei presenti con alcuni cartelli: un rappresentante della Prefettura ne ha sequestrato uno. “La scuola dei tecnici è una scuola di classe” c’era scritto in un cartello con la sagoma di Pinocchio mangiato da un pescecane; “con il ministro Profumo c’è puzza di concorso-imbroglio” era il testo di un altro cartello; “120 milioni per un concorso inutile” ha esposto un altro insegnante.
Volevamo chiedere chiarimenti per le dichiarazione che ha fatte recentemente il ministro – ha spiegato Benedetta Corradini, insegnante precaria di lettere, prima in graduatoria nella sua classe di concorso a Reggio Emilia -. Non volevamo fare nulla di male, i nostri cartelloni sono senza offesa“.