Home Politica scolastica Regionalizzazione, il Friuli batte tutti: così sarà la scuola secessionista. I dettagli

Regionalizzazione, il Friuli batte tutti: così sarà la scuola secessionista. I dettagli

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Il dibattito sulla regionalizzazione è caldissimo con le due anime del governo in contrapposizione: da una parte c’è il Movimento Cinque Stelle che frena, dall’altro, invece, c’è la Lega che pigia il piede sull’acceleratore. Nei prossimi giorni se ne saprà di più (lunedì 8 luglio potrebbe essere una giornata chiave in tal senso, ndr).

Ieri il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, a margine di un evento a Trieste ha affermato di avere le idee chiare e di essere pronto.

“Conto in un’approvazione di una pre intesa sottoscritta dalle Regioni che soddisfi entrambe le parti”, ha aggiunto.

Regionalizzazione, cosa accade in Friuli Venezia Giulia

Allo stesso tempo c’è da guardare con interesse ciò che sta accadendo in Friuli Venezia Giulia con la bozza di norma di attuazione della regionalizzazione della scuola già pronta e consegnata alla Commissione Paritetica per l’avvio del percorso ufficiale di approvazione.

A guida della Regione Friuli Venezia Giulia, da pochi mesi, c’è il leghista Massimiliano Fedriga che, come i suoi omologhi Zaia (Veneto) e Fontana (Lombardia) vuole attuare la regionalizzazione.

Rispetto agli altri due governatori, Fedriga, stanco di aspettare, ha deciso di approntare un provvedimento dell’assetto scolastico nella Regione Friuli con il beneplacito (a quanto riferisce Italia Oggi) del ministro dell’Istruzione (leghista) Marco Bussetti.

“Siamo pronti e siamo perfettamente in grado di gestire la regionalizzazione dell’intero sistema scolastico”, ha affermato l’assessore regionale all’Istruzione, Alessia Rosolen

Regionalizzazione istruzione, così sarà la scuola in Friuli

La norma pensata dall’attuale governo regionale non interviene sul trasferimento dell’organico scolastico dallo Stato alla Regione, ma prevede forme di autonomia, compresa la possibilità di istituire insegnamenti integrativi di interesse regionale. La vera novità, comunque, è che l’Ufficio scolastico regionale passerà sotto il controllo della Regione Friuli Venezia Giulia.

Così sarà la scuola regionalizzata in Friuli Venezia Giulia: definizione e composizione degli organici e delle graduatorie, possibilità di stipulare contratti con dirigenti scolastici e di effettuare concorsi in caso di necessità. Non solo: definizione del calendario scolastico, possibilità di istituire insegnamenti integrativi, trasferimento dell’Ufficio scolastico sotto il controllo della Regione, creazione di un sistema integrato di educazione e istruzione, elaborazione di un piano per gli istituti plurilingue.

Tutto ciò quanto costerà? Allo Stato si chiede il trasferimento alle casse regionali di quanto spende per i servizi a cui non dovrà più provvedere (si tratta, comunque, di una cifra di pochi milioni di euro). La Regione metterà a disposizione 800mila euro per assumere presidi e Dsga nel 2019-2020, 200mila per reclutare personale per il sostegno e nell’ambito amministrativo.

Sugli stipendi, invece, ci sarà battaglia: il Friuli vuole che sia lo Stato a pagarli (circa 900 milioni all’anno), il Ministero dell’Economia, invece, non è d’accordo.

Sulla regionalizzazione, però, come già la Tecnica della Scuola ha più volte segnalato, è scontro tra governo e sindacati. Il cammino verso l’autonomia non è privo di ostacoli, ma dalla Regione Friuli sono ottimisti: “La Regione è pronta a raccogliere questa sfida”.

La scuola deve poter funzionare tutto l’anno e tutto il giorno, non solo come attività rivolta agli alunni, ma anche come centro di riferimento per adulti ed anziani. La sfida è lanciata, la rivoluzione della scuola potrebbe cominciare da qui.

Da Italia Oggi, sabato 6 luglio 2019

Da Il Messaggero Veneto, giovedì 4 luglio 2019

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