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Regno Unito, il Covid fa paura: parte il riconoscimento facciale nelle mense

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Successivamente ad una rapida e pericolosa impennata dei contagi da Sars – CoV – 2, il Regno Unito vive una situazione di relativa stabilità epidemiologica. La curva che esprime il numero dei contagi giornalieri si è assestata su definiti valori, sulla base dei tamponi effettuati, anche a soggetti che non hanno completato per intero il ciclo di vaccinazione previsto.

La situazione scolastica, nonostante le numerose classi in isolamento per riscontrata positività di studenti o docenti, si mantiene ancora gestibile, date le politiche di tracciamento e screening periodico mediante tampone antigienico effettuato gratuitamente per gli studenti di tutte le scuole di ogni ordine e grado. Una novità, non relazionata all’emergenza pandemica, interessa da poco il mondo della scuola; i servizi di ristorazione erogati a studenti ed insegnanti prevedono l’utilizzo di tecnologie per il riconoscimento facciale per servirsi e per pagare i pasti, con riferimento al profitto dei singoli alunni. 

L’assestamento della curva pandemica. Non si abbassa la guardia nel Regno Unito

A seguito di una pericolosa media settimanale relativa ai casi oscillante tra 30.000 e 40.000 contagi giornalieri, il Regno Unito esita nella reintroduzione dell’obbligo dell’utilizzo della mascherina negli ambienti chiusi di scuole ed atenei, lasciando libera scelta ai singoli plessi e facendo fede al Freedom day, scattato il 19 luglio scorso. Il tracciamento e lo screening periodico costituiscono i due must a cui il Ministero ed i Dipartimenti locali fanno cieco riferimento, in grado di offrire una panoramica ampia sulla situazione epidemiologica nelle scuole, decretandone chiusure, status di isolamento o quarantene fiduciarie.

Ogni plesso ha tuttora facoltà di decidere come e in quali situazioni applicare le normative anticontagio: sono coinvolte discipline sportive, aree comuni, mense, caffetterie interne, laboratori disciplinari e così via. Ad oggi risultano 46.000.000 i cittadini britannici che hanno completato il ciclo vaccinale, in attesa della terza dose, somministrata prima ai soggetti fragili, tra cui anziani ed immunodepressi.

L’introduzione del riconoscimento facciale per i servizi mensa nelle scuole

Tale tecnologia, secondo gli istituti scolastici e il collaudatore dei sistemi, dovrebbe limitare al massimo i contatti durante il servizio di ristorazione, nonché agevolare le transazioni per gli utenti e per gli addetti. Tale misura pare contemplare anche elementi pratici: un servizio mensa, ad esempio, è in grado di velocizzare la somministrazione dei pasti, permettendo una minor permanenza delle classi nei refettori comuni.

Nonostante il riconoscimento facciale, come tema legato alla fruizione dei dati personali ed alla riservatezza, abbia infiammato il dibattito politico locale, circa il 97 % degli studenti si è espresso a favore della soluzione. Questa prevede anche l’introduzione di lettori delle impronte digitali; aziende e scuole parlano di “semplice cambiamento della tecnologia biometrica, più che un nuovo livello di sicurezza”. 

Le principali critiche sono avanzate sia dal Big Brother Watch sia dal Commissario per la biometria inglese, i quali sottolineano che il riconoscimento facciale sia arbitrario e non realmente consensuale. Temono che le implementazioni scolastiche possano normalizzare nel lungo periodo la scansione del viso e portare via via gli studenti ad accettare limitazioni alla privacy.