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Renzi ha ragione, rilancio occupazione passa per nuova rappresentanza sindacati

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Quanto previsto nel ‘Job Act’ del nuovo Segretario del Partito Democratico è ciò che il sindacato sostiene da anni, ovvero il varo di una legge sull’organizzazione sindacale che rilanci la tutela dei lavoratori, altrimenti destinati ad una progressiva ulteriore riduzione di diritti e potere d’acquisto dei loro stipendi.
Marcello Pacifico: ottima anche l’idea di riscrivere un piano industriale specifico per settori, che porti a quella riprogrammazione del sistema produttivo auspicata da tempo. Sono punti imprescindibili per tornare a creare posti di lavoro e arrestare quella crescita della disoccupazione che proprio oggi l’Istat ci ha confermato da record negativo rispetto agli ultimi 35 anni.
Anief-Confedir accoglie con entusiasmo le proposte annunciate dal nuovo Segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, attraverso la enews n. 381 dell’8 gennaio: “Renzi fa bene a rivendicare una legge sulla rappresentatività sindacale – sostiene Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – perché il fallimento della politica concertativa dei sindacati confederali ha portato ad un progressivo impoverimento della rappresentanza. È giunto il momento di rilanciare la tutela di una categoria, quella dei lavoratori, ormai sempre più abbandonata a se stessa”.
La perdita di credibilità di chi oggi detiene il potere sindacale in Italia – continua Pacifico – si riflette anche nella progressiva riduzione del potere d’acquisto degli stipendi e dei diritti sindacali: dopo anni di conservatorismo e staticità, è giunto il momento di avviare una nuova stagione. Finalmente in grado di rispondere alle domande di tutti i lavoratori. E dare loro la possibilità di aderire ad alternative sindacali valide che conducano al cambiamento”.
La politica dei tagli e degli insulti, anche questa avallata negli ultimi anni dai sindacati più rappresentativi, non ha certo contrastato l’accrescere del tasso di disoccupazione, in particolare quella giovanile, proprio oggi rendicontata dall’Istat attraverso le stime provvisorie: a novembre gli under 24 senza lavoro hanno toccato il 41,6%, con un aumento di 0,2 punti rispetto a ottobre e di quattro punti rispetto a un anno prima. E il tasso è al top dall’inizio delle serie storiche, ovvero dal 1977. Preoccupa anche il tasso di disoccupazione generale, che sempre a novembre 2013 si attesta al 12,7%, con un aumento di 0,2 punti percentuali sul mese precedente e di 1,4 punti su un anno. Anche questo, purtroppo, è un dato record negativo.
Per uscire da questa spirale – continua Pacifico – fa bene Renzi ad indicare l’avvio di un nuovo piano industriale specifico per settori. Che vanno dall’agricoltura e cibo al Made in Italy, dall’Ict alla Green Economy, sino al Nuovo welfare e all’Edilizia. Si tratta di un passaggio ineludibile, se si vuole riprogrammare il sistema produttivo del Paese: la stessa indicazione è stata prodotta dal nostro sindacato due anni fa, quando chiese pubblicamente di investire nell’economia attraverso un piano di riconversione industriale e riprogrammazione del sistema produttivo, intorno alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio culturale”.
Ma per ottenere questo obiettivo – dice il sindacalista Anief-Confedir – occorre un progetto politico condiviso, che porti finalmente ad un cambio di rotta epocale nel settore della formazione, dell’istruzione, della produzione. Quello su cui Renzi, appunto, oggi intende puntare. A tal fine, il sindacato reputa fondamentale l’azione comune tra scuola, università e mondo del lavoro: bisogna investire forte sull’apprendistato e sull’orientamento formativo. Solo così sarà possibile sviluppare competenze, ridurre l’abbandono scolastico e accademico. E rilanciare finalmente l’occupazione”.