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Resoconto incontro tra dirigenti Miur e Unicobas

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In occasione della manifestazione e dello sciopero indetti dal sindacato autonomo Unicobas, un rappresentante del Coordinamento nazionale TFA Ordinario ha fatto parte della delegazione ricevuta dai dirigenti ministeriali e dai funzionari dell’Ufficio di Gabinetto. Erano presenti in delegazione: il segretario nazionale di Unicobas, Stefano D’Errico; la coordinatrice del comitato precari di Unicobas, Sara Piersantelli; il coordinatore tieffino, Edoardo Ricci; una rappresentante dei PAS e una degli iscritti in terza fascia GI; altri rappresentanti Unicobas, tra cui Paolo Latella, l’autore del dossier sugli illeciti delle scuole paritarie.
La delegazione ministeriale, invece, era composta dai dirigenti tecnici dott. Molitierno e dott.ssa Alonso, e dalla funzionaria dell’Ufficio di Gabinetto, dott.ssa Chiara Del Foco.
Dopo la presentazione del dossier sulle irregolarità compiute dalle scuole paritarie, presentato da Paolo Latella, il segretario Stefano D’Errico ha analizzato le criticità del piano di riforma del Governo, toccando i seguenti punti:
– la struttura organizzativa poco chiara dell’organico funzionale, che non appare configurato come la vecchia D.O.A. e che andrebbe configurato nelle dimensione di un 10% di posti aggiuntivi in relazione alle cattedre.

Il rischio evidenziato è quello di far perdere ai docenti la titolarità d’istituto nell’ambito delle reti di scuole e di utilizzarli, non tanto per l’ampliamento dell’offerta formativa, quanto più come tappabuchi e copri-supplenze;

– la questione della copertura finanziaria del piano di stabilizzazione, che il Governo non ancora ha precisato;
– la discriminazione subita dai nuovi abilitati TFA e PAS, esclusi dal piano di stabilizzazione, rivolto esclusivamente ai presenti in GAE, compresi coloro che non hanno mai svolto servizio nella scuola;
– la questione del merito e della valutazione, che deve integrare e non sostituire gli scatti di anzianità e che non può essere diretta dai Dirigenti scolastici, né basata su prove pseudo-oggettive quali l’Invalsi;
– il depotenziamento democratico degli organi collegiali introdotti dai Decreti Delegati del 1974;
– il rischio di conflitti di interesse dovuti all’ingresso di soggetti privati nei Consigli di Istituto.

Il coordinatore degli abilitati TFA, da parte sua, ha portato alla luce le misure contraddittorie e penalizzanti della riforma, che intendono escludere i tieffini dal piano di stabilizzazione e privarli oltretutto degli incarichi di supplenza e cioè, in definitiva della spendibilità di un titolo che dovrebbe garantire il diritto al lavoro. E’ stata poi svelata la vera finalità sottesa al Piano Renzi-Giannini, ossia quella di anticipare gli effetti dell’imminente sentenza della Corte di Giustizia europea e di neutralizzare, al contempo, i ricorsi intentati degli abilitati TFA al TAR, prospettando un utopico assorbimento delle GAE e facendo così venire meno la materia del contenzioso. Il coordinatore ha dovuto,  inoltre, confutare per l’ennesima volta la vulgata ministeriale (vv. pag. 40 del fascicolo Buona scuola, nonché le recenti dichiarazioni televisive del Ministro alla trasmissione “Virus”) che identificherebbe tutti i tieffini come neo-laureati privi di servizio, ricordando come il 60% di loro possieda anni di insegnamento nelle scuole.

Dopo aver illustrato i punti critici della riforma, con le stesse modalità già adottate negli incontri avuti a Montecitorio il 10 settembre scorso, ed aver consegnato il fascicolo “La Scuola ingiusta”, il rappresentante tieffino ha focalizzato l’attenzione dei funzionari ministeriali sulle specificità giuridiche del percorso TFA:
– la selettività determinata dalle tre prove d’accesso;
– il calcolo dei posti basato sul fabbisogno di personale legato ai pensionamenti e perciò, in definitiva, sull’organico di diritto (interpretabile qui di nell’ottica di una futura copertura dei posti vacanti e disponibili al ruolo);
– l’appartenenza del percorso abilitante ad un regime transitorio che va gestito nella parità dei diritti spettanti agli abilitati in GAE, prima di procedere alla nuova fase delle lauree magistrali abilitanti;
– l’uguaglianza giuridica del titolo TFA al titolo SSIS, per entrambi i criteri della selettività e del fabbisogno, e la necessità di provvedere all’inserimento degli abilitati TFA nel piano di stabilizzazione del Governo.
È stata infine presentata e consegnata la proposta di riforma del reclutamento preparata dal Coordinamento TFA e finalizzata all’ottenimento del doppio canale di reclutamento, tramite l’inserimento transitorio nelle GAE, e in prospettiva nel piano di assunzioni previsto dall’Esecutivo, e il bando di concorsi a cadenza biennale.

La compagine ministeriale ha espresso, da parte sua, l’intenzione del Governo di ascoltare e valutare le proposte pervenute al tavolo, presentando il piano “La Buona scuola” come una proposta di partenza, modificabile e migliorabile. I funzionari dell’Ufficio di Gabinetto, a tal proposito, hanno riferito la volontà e la disponibilità del dott.
Fusacchia e del Ministro stesso ad ascoltare e sondare le proposte della delegazione.
La delegazione dei manifestanti ha fatto presente, a tal proposito, i limiti della piattaforma on line predisposta per la consultazione, proponendo soluzioni migliorative.

Il Coordinamento nazionale ringrazia, infine, l’unico sindacato autonomo, Unicobas, che si è dimostrato sensibile alle problematiche e alle richieste del TFA, manifestando apertamente la volontà di accogliere un suo rappresentante in delegazione, per farsi anch’esso portavoce di queste istanze.

 

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