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Riforma organi collegiali

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Qualche giorno fa si è tenuta, presso la VII Commissione della Camera dei deputati, un’audizione sul progetto di riforma degli organi collegiali della scuola, con la presentazione di un nuovo testo unificato di disegno di legge che, nelle intenzioni del comitato ristretto che lo ha elaborato, dovrebbe riassumere le diverse proposte presentate negli anni precedenti.

Erano presenti i rappresentanti dell’Anp (Associazione nazionale dei dirigenti e delle alte professionalità della scuola) e delle organizzazioni sindacali.

L’Anp, auspicando che il Parlamento assuma in tempi brevi le decisioni su un provvedimento che possa assicurare alle scuole autonome un indispensabile strumento di governo, che secondo l’Associazione da tempo non è più adeguato, ha avanzato la richiesta di eliminare sovrapposizioni normative e duplicazioni rispetto ad altri testi già in vigore nonché di eliminare talune criticità funzionali relative ai compiti del dirigente all’interno degli organi collegiali ed ha proposto alcuni criteri generali ai quali il legislatore si possa attenere nella stesura del testo definitivo.
Per la Flc-Cgil, con l’introduzione dell’autonomia scolastica la normativa che regolava gli organi collegiali, introdotta nel 1974, dovrebbe essere semplificata. Ma l’attuale proposta di riordino "si caratterizza principalmente per la sua deregolamentazione e per la torsione, che emerge in molti suoi punti, verso un governo monocratico, autoritario e centralistico della scuola attraverso l’indebolimento delle potestà riconosciute al collegio dei docenti, al consiglio della scuola, alla partecipazione democratica di studenti e famiglie". A questo, aggiungono i rappresentanti della Flc-Cgil, si aggiunge il tentativo autoritario di imporre atti, peraltro transitori, come le Indicazioni Nazionali.

La Uil-Scuola, in considerazione del fatto che il collegio dei docenti, oltre alla responsabilità della predisposizione e dell’attuazione del Piano dell’offerta formativa, ha competenze esclusive sui temi della didattica, dell’individuazione delle funzioni strumentali alla realizzazione del Pof, delle iniziative per la qualificazione e l’ampliamento dell’offerta formativa, avanza la proposta

che la presidenza dello stesso collegio dei docenti sia affidata ad un insegnante della scuola. "Affidando la presidenza ad un docente – afferma Franco Sansotta, che durante l’audizione ha illustrato il documento che riassume le valutazioni e le proposte della Uil-Scuola – la specificità del collegio verrebbe esaltata come sede di definizione delle scelte didattico-organizzative, distinte da quelle del dirigente, che ha competenze e responsabilità nella gestione delle delibere".

La Uil-Scuola auspica anche "che una rappresentanza elettiva del personale Ata faccia parte del consiglio di scuola, così come avviene nei consigli di amministrazione delle università" e per quanto riguarda i Convitti propone che gli educatori partecipino a pieno titolo al collegio dei docenti, da cui sono esclusi.