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Riforme o voto

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“Se il Parlamento ci sta a fare le riforme, bene. Sennò non è certamente Renzi che ha paura delle urne”. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, chiarisce ancora: “Non abbiamo defenestrato Enrico Letta”, ma non ha detto chi l’abbia fatto, visto che è apparso evidente il suo rammarico a lasciare Palazzo Chigi.

“L’Italia ha bisogno di semplicità e coraggio. Il governo ha una determinatissima intenzione per fare le riforme, altrimenti non sarà certo il premier Matteo Renzi ad avere paura del voto anticipato”.
E Delrio annuncia anche: ”l’innalzamento delle imposte sulle rendite finanziare è in linea con gli standard europei al 25%”. Ad esempio, argomenta il sottosegretario “Se una signora anziana ha messo da parte 100 mila euro in Bot non credo che se le togli 25 o 30 euro ne avrà problemi di salute. Vediamo”.
Secondo Delrio, gli utili o proventi di queste tasse, potranno essere reinvestiti “a favore delle fasce più deboli”.
Niente tuttavia patrimoniali, mentre annuncia il taglio delle tasse sul lavoro: “Intendiamo certamente aumentare il taglio del cuneo fiscale. Pensiamo di ricavare risorse in parte dalla spending review, in parte da operazioni industriali e dal rientro dei capitali”.

Poi, sul rapporto tra tesoro e presidenza del consiglio, dice: “L’importante è che non si crei dicotomia tra ministro dell’Economia Padoan e il premier, come fu tra Berlusconi e Tremonti. Ma abbiamo chiarito prima con Padoan che farà parte di una squadra e lui si è detto contentissimo di esserne parte”.
In riferimento ai vincoli europei, il collaboratore più fidato del premier chiarisce: “Non vogliamo sforare il 3%, non ha senso e, tra l’altro, c’è un 3% del nostro Pil che non stiamo rispettando, quello da reinvestire in ricerca e sviluppo. Vogliamo andare in Europa dicendo che non siamo l’Italia che annuncia, ma che fa”.
A proposito della legge elettorale, Delrio annuncia: “la prima cosa da fare è l’approvazione dell’Italicum alla Camera”, e poi: ” il Paese ha bisogno di una legge sul conflitto di interessi” , mentre per ora dice “non è tempo di licenziare” lasciando intendere che la riforma delle leggi sul lavoro non favorirà i licenziamenti.