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Rinnovo contratto scuola. La protesta dei Dsga: nessun riconoscimento economico né revisione del profilo

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Nel pomeriggio di martedì 25 ottobre si è svolto il terzo incontro all’ARAN sul rinnovo del CCNL scuola in merito all’ordinamento professionale del personale ATA.

Le richieste del Movimento nazionale Direttori SGA, espresse nell’incontro da Alberico Sorrentino, sono state le seguenti:

  • la creazione dell’Area della Elevata qualificazione, prevista dall’art. 3 del D.L 80/2021, in cui inserire il Direttore SGA;
  • la ridefinizione delle mansioni del profilo;
  • l’attivazione del profilo di Coordinatore di area C e l’accesso dei Direttori alla mobilità intercompartimentale;
  • l’adeguamento del trattamento economico alle retribuzioni dei profili analoghi presenti negli altri comparti;
  • l’aumento dell’indennità di direzione quota base e di quella variabile, da sganciarsi dal MOF, da calcolare sull’organico dell’autonomia e da liquidare mensilmente nel cedolino;
  • l’aumento della quota retributiva oraria prevista per lo svolgimento di ore aggiuntive;
  • l’introduzione di una “retribuzione di risultato”.

La protesta

Il movimento ha espresso anche un parere estremamente negativo sulla bozza finale del contratto, ritenuta carente sul fronte della valorizzazione del personale Dsga, obiettivo che invece era stato sottolineato nell’atto di indirizzo del Ministro Bianchi dell’1 febbraio 2022.

“Nessuna apertura – dichiara Sorrentino – almeno in questa fase della contrattazione, da parte dell’ARAN nonostante il contratto per sua natura preveda l’incontro delle parti sia pure a metà strada: in caso contrario si è in presenza di un atto unilaterale”. E contesta: nessun riconoscimento economico, neppure sull’indennità di amministrazione presente nelle precedenti bozze; nessuna revisione del profilo, né tantomeno la costruzione dell’Area delle elevate professionalità presente negli altri comparti; e non c’è minimamente traccia neppure delle richieste avanzate che non comporterebbe alcun aumento della spesa, come ad esempio lo sganciamento dell’indennità variabile dal MOF.