
Oggi, 9 ottobre, alle ore 11:00, si svolge un ulteriore incontro, all’Aran, tra sindacati e amministrazione, sul rinnovo del contratto scuola.
L’incontro sarà probabilmente breve: alle ore 15:00 è già stato già calendarizzato un altro incontro, sempre all’Aran, per l’apertura della trattativa relativa al contratto dei dirigenti delle funzioni locali. L’impressione è che si stia temporeggiando in vista della diffusione della bozza della nuova Legge di Bilancio.
I nodi tempistiche e risorse
Secondo SkyTg24, i ministri Zangrillo e Valditara premono per raggiungere un’intesa quanto prima, preferibilmente entro la fine di novembre. Probabilmente i due pensano di racimolare risorse da inserire in Manovra Economica.
I contratti, però, si firmano in due. Ma cosa ne pensano i sindacati? Ecco il contenuto di un comunicato di Flc Cgil di qualche giorno fa: “Se il ministro Zangrillo e il governo vogliono accelerare la chiusura del CCNL Istruzione e Ricerca 2022-2024, devono rivedere la loro ‘scelta politica’ di fare cassa sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori, stanziare risorse aggiuntive per garantire agli aumenti contrattuali un reale adeguamento all’inflazione certificata dai dati ISTAT nel triennio 2022-2024 e istituire un fondo specifico per la perequazione retributiva, finalizzato a ridurre il divario non solo tra enti locali e ministeri centrali ma anche con il comparto Istruzione e Ricerca, che attualmente è il meno retribuito dell’intera Pubblica Amministrazione’.
Come ha sottolineato il presidente dell’Aran Naddeo, l’accordo non riguarderebbe solo la parte economica, “ma anche la valorizzazione delle competenze digitali, le misure di age management, il benessere organizzativo, il rafforzamento del welfare aziendale. Il nodo resta lo stesso: coniugare vincoli di bilancio con la necessità di rendere la Pa un datore di lavoro attrattivo e competitivo”. Da valutare, inoltre, anche la possibilità di allargare il potere dei dirigenti scolastici sul fronte delle sanzioni agli insegnanti, un tema che però i sindacati non vogliono discutere, visto che in questo caso la sanzione sarebbe inflitta da chi ha contestato il comportamento del dipendente e non da un organismo super partes (che garantirebbe maggiore equità).
Si è trattato, ancora una volta, come spiega Cisl Scuola, di un incontro interlocutorio, nel corso del quale l’Agenzia ha fornito risposte riguardo alle proposte delle Organizzazioni Sindacali su alcuni aspetti trattati. In particolare, l’ARAN ha fornito alcuni chiarimenti su scuole italiane all’estero, università, ricerca e AFAM.
Contratto scuola, 240 milioni di euro annunciati da Valditara
Nel frattempo a inizio settembre il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, lasciando Palazzo Chigi, dopo l’approvazione del decreto-legge recante “Misure urgenti per la riforma dell’esame di Stato del secondo ciclo di istruzione e per il regolare avvio dell’anno scolastico 2025/2026”, ha parlato di nuove risorse per il contratto.
“Ci sono 240 milioni di euro da destinare al contratto del personale della scuola”, queste le sue parole. Secondo quanto riporta ANSA, si tratta di “una misura una tantum molto importante, 240 milioni di euro per il contratto, per gli stipendi, del personale scolastico”. Probabilmente all’incontro di domani si parlerà proprio di questo.
Contratto scuola, le questioni sul tavolo
Cosa succederà? È difficile dirlo, perché i sindacati, nessuno escluso, chiedono compattamente maggiori risorse: il 6 per cento, quello di tutti i ministeri, alla scuola risulta davvero stretto.
Perché significherebbe, di fatto, sottoscrivere un contratto scaduto da tre anni portando a casa un incremento di soli 70-80 euro netti medi a lavoratore. E siccome la metà di questa somma è già da oltre un anno in busta paga, per effetto della nuova legge sull’indennità di vacanza contrattuale, non sarebbe un risultato strabiliante: soprattutto perchè quando il Ccnl 2022/24 andrà a regime, in busta paga l’aumento visibile sarà mediamente di meno di 40 euro. Una cifra che si commenta da sola.
La “partita” potrebbe allora giocarsi, come ha fatto intendere lo stesso numero uno dell’Aran, con le risorse già stanziate per i due rinnovi contrattuali successivi, per i quali il Governo Meloni ha già di fatto stanziato le somme attraverso l’ultima Legge di Bilancio: in sostanza, si potrebbe prevedere un anticipo o un impegno semi-immediato per rendere più sostanzioso l’aumento e ridurre la delusione di tanti docenti e Ata.
Nel frattempo, sempre Naddeo ha anche tenuto a dire che l’accordo non riguarda solo la parte economica, “ma anche la valorizzazione delle competenze digitali, le misure di age management, il benessere organizzativo, il rafforzamento del welfare aziendale. Il nodo resta lo stesso coniugare vincoli di bilancio con la necessità di rendere la Pa un datore di lavoro attrattivo e competitivo”, conclude il presidente dell’Aran.
L’amministrazione, ad esempio, ha più volte chiesto di allargare il potere dei dirigenti scolastici sul fronte delle sanzioni agli insegnanti; i sindacati, invece, non vogliono sentirne parlare, poiché la sanzione sarebbe inflitta da chi ha contestato il comportamento del dipendente e non da un organismo super partes (che garantirebbe maggiore equità).
Alcuni sindacati, invece, non disegnerebbero delle forme di carriera del personale, ad iniziare dai collaboratori dei presidi: una possibilità, quella del middle management, che all’Aran sembra non dispiacere, ma che altre organizzazioni dei lavoratori (come Flc-Cgil e Gilda degli insegnanti) respingono senza se e senza ma.
Le questioni sul tavolo sono innumerevoli: c’è chi vorrebbe (sempre la Gilda) portare la Carta del docente nello stipendio (ma l’Anief ha fatto notare che si dimezzerebbe l’importo per via delle trattenute); c’è l’annosa questione della mobilità bloccata per i nuovi assunti; la richiesta di allargamento dei permessi e in generale dei diritti, del personale precario; vi sono anche richieste di introduzione di indennità economiche per chi è costretto a lavorare in condizioni difficili; ci sarebbero anche da contrattualizzare, laddove possibile, alcun benefit introdotti dal ministro Giuseppe Valditara.




