Si allungano i tempi per la sottoscrizione del nuovo Ccnl “Istruzione e Ricerca”, relativo al periodo 2022–2024: nell’ultimo incontro dei sindacati, svolto all’Aran il 7 maggio, la parte pubblica ha presentato alcune proposte sulle nuove relazioni sindacali e per l’integrazione della disciplina del lavoro a distanza. Il nodo principale, però, è rimasto quello degli aumenti, che rimangono fermi a circa il 6%, pari a 140 euro lordi medi, di cui la maggior parte già presenti nello stipendio sotto forma di indennità di vacanza contrattuale. Gianna Fracassi, segretaria generale della Flc-Cgil, ha dichiarato alla ‘Tecnica della Scuola’ che si è aperta una discussione sulle risorse aggiuntive, anche per “introdurre benefit come i buoni pasto, nostro cavallo di battaglia”: con il nuovo contratto nazionale “occorre introdurre una maggiore trasparenza su chi fruisce i compensi dalle scuole, proprio attraverso il contratto”.
“Il tema dello stato degli stipendi”, ha aggiunto la sindacalista riferendosi ai compensi mensili bassi, “è stato sollevato anche dal presidente della Repubblica” il primo maggio e “i dipendenti della scuola sono un esempio vivente”.
I soldi dovranno arrivare dalla politica o ancora una volta la scuola dovrà trovarli al suo interno? “No, questo è un tema politico – ha replicato Fracassi -, altrimenti quando la coperta è corta e, lo ripeto, servono risorse ulteriori. Altrimenti si vanno a tagliare servizi, funzioni attuali, pagati con il salario accessorio, rischiando di andare addirittura a tagliare un pezzo della retribuzione tabellare. Invece, al personale servono soldi e servizi ulteriori, coma la Carta del docente”.
“E questa operazione deve essere contenuta in una disposizione normativa. Per avere queste cose, molto importanti, abbiamo mobilitato il personale e fatto due scioperi. Alla fine del mese di maggio vedremo se l’Aran avrà recepito”, ha concluso la numero uno dei lavoratori della Conoscenza Cgil.
