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Riprende il cammino della riforma degli organi collegiali

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Potrebbe essere più difficile del previsto il percorso della legge di riordino degli organi collegiali della scuola: proprio nei giorni scorsi infatti in Commissione Cultura e Istruzione della Camera – dove è in corso la procedura di esame del provvedimento – si è dovuto prendere atto che fra le diverse proposte di legge esiste una sostanziale incompatibilità.
In effetti le proposte divergono di parecchio e neppure la maggioranza di Governo è concorde al proprio interno: alla proposta 2010 (primo firmatario Adornato, presidente della Commissione Cultura) si contrappone in modo pressoché speculare il disegno di legge 2221 presentato proprio pochi giorni fa da Titti De Simone per conto di Rifondazione Comunista.

E così mentre nella proposta di Adornato, sostenuta  da larga parte della maggioranza, tutto ruota intorno al Consiglio di Amministrazione, l’idea dell’estrema sinistra è quella di valorizzare l’assemblea degli studenti e l’assemblea dei genitori che diventeranno a tutti gli effetti organi delle istituzioni scolastiche.

Ma non tutta la maggioranza si riconosce nella proposta di Adornato: Angela Napoli, parlamentare di Alleanza Nazionale, sembra ferma sul disegno di legge presentato fin dal giugno scorso e nel quale si tenta di sottolineare la funzione educativa dell’istituzione scolastica parlando di "direttore didattico" e non più di dirigente scolastico.

Paradossalmente la proposta più vicina a quella di Adornato è la n. 1186, sottoscritta da diversi parlamentari dell’Ulivo, fra cui l’ex Ministro Giovanna Melandri. In entrambe le proposte si parla infatti dell’istituzione di un organismo per la valutazione della qualità del servizio scolastico (organo che non compare nel disegno di Rifondazione), anche se poi i due disegni di legge divergono su questioni importanti: nella proposta Adornato il consiglio di amministrazione è presieduto dal dirigente scolastico, mentre in quella dell’Ulivo la presidenza viene riservata ad un genitore.
Nei prossimi giorni la Commissione Cultura della Camera riprenderà l’esame dei diversi disegni di legge, ma la prospettiva di avere nuovi organi collegiali a partire dal settembre 2002 non sembra – almeno per ora – molto realistica
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