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Ritorno in classe a maggio, per la ministra Bonetti è la prima cosa da fare nel modo in cui potremo farlo

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Quando riaprirà la scuola? Tantissimo dipende dalle indicazioni dei virologi, che continuano a dire che settembre rimane la soluzione migliore. La stessa ministra dell’Istruzione , Lucia Azzolina, ha più volte affermato che senza il via libera degli scienziati non vi sarà alcun via ritorno in classe. Negli ultimi giorni, però, è cresciuta la spinta delle associazioni dei genitori per un ritorno in classe il più possibile repentino e in condizioni di sicurezza. Il punto, quindi, è comprendere se tali condizioni si materializzeranno prima o dopo l’estate. E qui entrano in campo i politici. Che sostengono tutto e il contrario di tutto. Anche all’interno della stessa maggioranza.

Il Pd orientato alla cautela

Il Partito democratico, ad esempio, sembra orientato alla massima cautela, come Lucia Ciampi, deputata Pd in Commissione Cultura della Camera, secondo la quale la scuola non è un parcheggio: chi pensa il contrario, ha detto, non ha compreso che le lezioni riprenderanno solo quando si avrà la sicurezza estrema di non avere più pericoli da contagio di Covid-19.

Italia Viva, invece, capitanata dal suo leader Matteo Renzi, spinge per un ritorno il più possibile ravvicinato. Certamente, con tutte le sicurezza da adottare, compresi i controlli sierologici.

La ministra Bonetti: riaprire le scuole il prima possibile

“La prima cosa da fare è riaprire le scuole, nel modo in cui potremo farlo, il prima possibile”, ha dichiarato il 20 aprile la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, di Italia Viva.

Rispondendo a Giovanni Minoli, durante la trasmissione “Il mix delle cinque” su Rai Radio 1, ha dichiarato che “il ministro della scuola (Lucia Azzolina ndr) non è che non sia di questa linea, non è che vuole tenere le scuole chiuse – ha tenuto a dire Bonetti -: si sta cercando di capire quando la struttura scolastica può essere in attività, secondo le indicazioni di prudenza che arrivano dal ministero della salute e dal comitato tecnico scientifico”.

Per la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, che ha anche caldeggiato l’accreditamento di un assegno per ogni figlio fino ai 14 anni da aprile a dicembre, il ritorno a scuola può essere considerato pure in modo “diverso” da quello tradizionale: “organizziamo – ha detto – modalità di apprendimento che siano compatibili con questo momento, dotiamo tutte le famiglie del computer, aiutiamo le famiglie, anche nella gestione della didattica con supporti esterni. Io penso che il mondo del volontariato e anche il mondo degli studenti universitari possa aiutare in questo senso”.

Sbrollini (Iv): riaprire a maggio, partendo dai maturandi

A sostenere la linea Renzi è tutta Italia Viva. Daniela Sbrollini, capogruppo IV in Commissione Cultura del Senato diventa ancora più esplicita: “la scuola on line – ha detto – non è la stessa cosa delle lezioni in classe. Noi riteniamo opportuno cercare di riaprire le scuole a maggio, partendo da chi deve fare la maturità”.

In caso contrario, ha dichiarato la senatrice Sbrollini, “mandiamo un messaggio diseducativo ai ragazzi: anche in momenti di emergenza non facciamoli accontentare del ‘sei politico’. Adesso scopriamo che i grandi Paesi europei si dividono tra chi riapre le scuole ad aprile e chi le riapre a maggio. Noi sembriamo quelli più in ritardo”.

Il ministero ci sta pensando

Nel frattempo, il tema del ritorno diventa fondamentale per mezzo milione di maturandi. Secondo la viceministra all’Istruzione, Anna Ascani, al ministero ci stanno pensando per davvero.

Ascani ha assicurato che il suo impegno “verrà profuso perché si riesca a ottenere questo obiettivo, perché si riesca a far sì che i ragazzi riescano a sedersi di fronte ai loro insegnanti. Non possiamo prescindere dalle indicazioni del Comitato tecnico scientifico, va garantita la sicurezza ma è importante assumersi tutto l’impegno perché l’orale della maturità possa farsi in presenza

In questa direzione, va collocata anche la petizione che ha raccolto 50 mila adesioni in poche ore, proposta da un gruppo di genitori, docenti, educatori, pediatri, psicologi, giornalisti, già attivi nel comitato promotore di “un’ora d’aria” per i bambini italiani. E a “spingere” per tornare presto in classe in sicurezza sono anche alcuni raggruppamenti politici e associazioni.