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Rom, lo Stato gli tende la mano

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C’è anche la scuola frequentata a singhiozzo e troppo spesso abbandonata precocemente tra le problematiche che dovranno essere superate per far convivere e integrare i rom nella società italiana. Lo ha detto, l’8 aprile, la presidente della Camera, Laura Boldrini, nel corso di un incontro con la delegazione, composta da otto giovani, avvenuto a Montecitorio in occasione della Giornata Internazionale di Rom e Sinti istituita dall`Onu nel `79.
“Siate orgogliosi della vostra identità e appartenenza. Sempre nel rispetto della cultura degli altri, ma con la consapevolezza che avete un patrimonio da far conoscere e da tutelare”, ha detto la Boldrini.
I ragazzi rappresentano altrettante storie diverse, di famiglie a volte presenti in Italia da secoli, oppure arrivate dopo la tragedia dell`ex Jugoslavia e il crollo del blocco sovietico. Ragazzi orgogliosi della cittadinanza italiana, o in attesa di vedersela riconoscere perché fuggiti dalla guerra privi di documenti. Il sogno è quello dell`inserimento, di un lavoro. Ma intanto la realtà è la vita nei campi-sosta, gli sgomberi forzati, la scuola a singhiozzo.
In molti hanno raccontato i disagi estremi di sistemazioni fuori dai centri abitati, in container dove si vive stipati e circondati dal fango. Pamela, 15 anni, ha letto la lettera che ha chiesto a Laura Boldrini di inoltrare al Presidente della Repubblica Napolitano: “Abito in un campo che è un campo di concentramento – scrive – neanche io vorrei avere un`amica che abitasse in un posto così. Spero che tu ci possa aiutare a cambiare vita, a non restare isolati”.
Elvis fa il mediatore culturale: due volte alla settimana prende i bambini e li porta a fare attività in un centro culturale: “È bello anche perché così escono dai campi”.
Dolores è laureata in lettere e aspirante sceneggiatrice. Toni spera di poter fare il cantante, ma intanto vorrebbe lavorare come cuoco.
Ad accompagnare i ragazzi all`incontro, Carlo Stasolla, presidente dell`Associazione 21 luglio, che ha fatto dono alla Presidente della bandiera verde-celeste dei popoli Rom e Sinti: “Due le nostre richieste: il riconoscimento tra le minoranze culturali tutelate, visto che per consistenza si tratta della seconda minoranza d`Italia; il superamento del sistema dei mega-campi, a favore di soluzioni più vivibili da concordare con le famiglie”.
Laura Boldrini ha sottolineato la grande importanza del lavoro culturale da fare per valorizzare la memoria: “So quanto affascinante e antica sia la vostra storia, e quanto sia segnata da tragedie e tentativi di sterminio. Bisogna fare di più per farla conoscere, per renderla nota ai giovani; altrimenti prevale il pregiudizio e con esso la discriminazione”.
Una necessità che passa, necessariamente per i banchi di scuola. E che invece ancora oggi deve fare i conti con l’alto numero di assenze dei bambini rom già nella scuola primaria. Con l’abbandono precoce per ben oltre la metà di loro alle medie. E per la presenza di appena il 2% alle superiori.