
La cantante Rose Villain, classe 1989, nome d’arte di Rosa Luini, sta per partecipare, per la seconda volta nella sua carriera, al Festival di Sanremo 2025, al via la prossima settimana. Per l’occasione ha rilasciato un’intervista a La Repubblica in cui ha parlato della propria nonna, che era un’insegnante.
A quanto pare si è trattata di una figura importante per la cantante: “Sono fortunata perché ho una famiglia di persone speciali. Nonno, comandante partigiano, ha fondato una catena di librerie. Andavo sempre con lui in quella di Milano, era bellissimo. Ho vissuto in mezzo ai libri tutta la vita. L’altra nonna era insegnante di Lettere, latino e greco. Oggi scrivo le mie canzoni, ma ho sempre scritto. Sono figlia della parola”, queste le sue parole.
“Polemiche sul rap? Ci sono sempre state”
Poi la 35enne ha discusso in merito ai testi violenti di alcuni rapper, come Tony Effe: “Le polemiche sul rap, sulla violenza, ci sono sempre state. Quando si scrive è cinema e lo è anche la musica. Non mi sono mai sentita attaccata da testi così. Allora non si possono guardare i film di Tarantino? Sono certa che le ragazze che vanno a vedere Kill Bill poi non girano con la katana. Secondo me bisogna preoccuparci di più quando tagliano i fondi per i centri anti-violenza”.
“Può esistere un rap non misogino, ma non è il mio rap”
In un’intervista a Vanity Fair di qualche mese fa Tony Effe aveva detto che “può esistere un rap non misogino, ma non è il mio rap. Io poi faccio di tutto, anche pop. Sono bravo a fare tutti i tipi di musica, molto semplicemente”.
L’attrice Cristiana Capotondi si è scagliata l’anno scorso contro il trap: “Ma l’avete ascoltata la musica trap, di come viene trattata la donna nella musica trap? La ascoltano gli adolescenti. Di che ci sorprendiamo se un giovane di 22 anni considera una donna come un oggetto tale per cui ti tolgo la vita”, ha detto a In Altre Parole su La7.
Come riporta La Repubblica, i trapper non ci stanno. Ecco le parole di Luché: “Quanto qualunquismo in classico stile italiano. Come se la donna non fosse mai stata trattata come un oggetto nelle fantasie degli italiani, sin dall’inizio delle televisioni private dagli anni Ottanta a oggi”.
Ecco le parole del rapper Jake La Furia: “Se pensiamo all’ipotetica influenza negativa sui giovani allora bisogna abolire i film d’azione, certa letteratura fantastica, il pulp e un sacco di altre cose. Sono le famiglie — non noi — a dover insegnare certi principi. E poi la nostra musica con i Club Dogo è stata anche cronaca della realtà, e la realtà non è sempre bella”.
Anche il rapper Fred De Palma la pensa così: “Puntare il dito verso chi fa rap o trap è un modo per costruire alibi a chi viene meno al proprio ruolo. Sul palco ci si scanna con insulti anche tremendi, l’opposto del politically correct. Ma è solo fiction”, ha detto mesi fa.