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Salone del Libro, Vecchioni: “Canto, scrivo, vado in tv. Ma non c’è nulla, lo giuro, che mi sia mai piaciuto di più che insegnare”

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Ieri, 16 maggio, il cantautore ed ex professore Roberto Vecchioni ha partecipato ad un incontro al Salone del Libro di Torino. Ecco le sue parole, riportate da Il Corriere della Sera.

“I giovani torneranno a parlare la lingua della letteratura”

“Faccio tante cose. Canto, scrivo, vado in televisione. Ma non c’è nulla, lo giuro, che mi sia mai piaciuto di più che insegnare ai ragazzi”, ha detto, ribadendo il suo amore per l’insegnamento.

Ecco poi una riflessione sul linguaggio giovanile: “Sono un uomo del 900, il secolo più bello. Sono vecchio e orgoglioso di 900. Ma so parlare lo slang della Generazione Z. C’è un senso nel loro linguaggio: è il ribaltamento dello schifo che c’è fuori. Torneranno a parlare la lingua della letteratura, la nostra lingua, ma adesso hanno bisogno di parlarne una diversa, perché per loro è come tirare il fiato”.

Vecchioni è l’amore per l’insegnamento

Si tratta di un concetto che Vecchioni ha spesso ripetuto. Ecco alcune sue recenti parole: “Sia nella mia esperienza di studente che in quella di docente ho sempre cercato di sapere tutto di un argomento. Mi sbattevo come un dannato. Informare e comunicare diventava una gioia, in quarant’anni ho visto studenti che si illuminavano, è incalcolabile la gioia che si prova quando un ragazzo ha capito un piccolo spigolo di umanesimo che lui stesso gonfierà”.

Vecchioni ha spesso parlato dei suoi anni a scuolaEcco un aneddoto relativo ai suoi anni dietro la cattedra: “L’indifferenza verso il comportamento del figlio è la cosa peggiore. Quando insegnavo io erano un po’ meglio, io non li sopportavo. Dicevano tutti le stesse cose. I genitori si dividono in due gruppi: quelli che dicono ‘faccia studiare mio figlio’ e quelli che dicono ‘guardi che lui è bravo, forse non ha capito’”.

“Quando stai cinque o sei ore con un ragazzo è molto di più di mezz’ora al giorno come fa magari un padre. I docenti conoscono quasi meglio i figli dei genitori. Quando un ragazzo ha dei problemi ha paura di parlare con i genitori, va a parlare con l’insegnante. I genitori devono parlare, parlare, parlare con i figli, anche di cose inutili, leggere i loro libri, ascoltare la loro musica”, ha concluso Vecchioni.