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Schwa in un articolo del giornale scolastico, la ds lo chiude. Gli alunni: “La circolare di Valditara riguarda solo note ufficiali”

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Si discute ancora dell’uso dello schwa e dell’asterisco nei documenti scritti a scuola. Dopo il netto no del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che ha dedicato una chiara circolare a questo, è esploso il caso in un liceo di Padova.

La dirigente ha applicato la circolare di Valditara?

Andiamo con ordine. Come riporta Il Gazzettino di Padova, ci sarebbe stato lo stop alla pubblicazione del giornalino della scuola. Tutto sarebbe nato da una decisione della dirigente scolastica, che non avrebbe gradito l’uso dello schwa in un articolo firmato da una ex studentessa.

Probabilmente la ds ha voluto applicare la circolare di Valditara. Ma gli studenti non ci stanno: “Quella nota riguarda comunicazioni ufficiali, non il giornalino scolastico. Inoltre si parla di una raccomandazione e non di un obbligo”.

La lettera alla preside

Gli studenti hanno anche scritto una lettera alla preside. Ecco il contenuto: “Egregia dirigente, la redazione del giornalino della scuola, il ‘Wild Times’, si è riunita per discutere di ciò che lei ha riferito alla coordinatrice del progetto. Siamo arrivati alla conclusione che, per la maggior parte di noi, una lettera fosse la migliore modalità per agire riguardo alla decisione di non pubblicare il numero a meno che non fosse tolto il simbolo ‘ə’.

Il Wild Times è nato durante la pandemia di COVID 19, cinque anni fa, come espressione degli studenti del nostro Liceo, che si sentivano oppressi dall’emergenza sanitaria e dall’impossibilità di vedersi e comunicare. Con il passare del tempo il progetto si è migliorato e modificato, portando all’unione delle forze degli studenti, tra scrittori, illustratori e impaginatori, nonché degli insegnanti che ci hanno sempre seguiti, aiutati e corretti, ove necessario.

Questo progetto è stato per moltissimi un luogo dove esprimere al massimo la propria creatività, condividendo le proprie passioni e le proprie conoscenze, un luogo dove si sono conosciuti amici e si ha avuto la possibilità di confrontarsi con altri studenti di tutte le età, anche e soprattutto, grazie alla libertà di espressione che possiamo esercitare attraverso i nostri articoli e i nostri disegni.

Per tutti noi, il giornalino studentesco dovrebbe rimanere tale, un’opera degli studenti del Liceo Selvatico che ci insegna giorno per giorno quanto l’arte sia espressione dell’artista, quanto ciò che scriviamo, dipingiamo e creiamo non sia fatto per essere espressione del pensiero di altri, ma del nostro.

Citando l’articolo 21 della nostra costituzione ‘Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.” e questo vale nonostante la Nota prot. n. 1784, del 21 marzo 2025, emanata dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, che non riguarda, a nostro parere, la gestione del giornalino scolastico in quanto come enunciato nell’oggetto della Nota, riguarda “comunicazioni ufficiali delle istituzioni scolastiche’ e che, inoltre, afferma nella sua conclusione ‘…si raccomanda di attenersi alle regole della lingua italiana…’ e non implica perciò un obbligo.

Dopo questa premessa vorremmo portare alla sua attenzione il simbolo, origine di questo dilemma. Lo schwa è un simbolo, ultimamente molto discusso, usato per riferirsi ad un gruppo di persone, indifferentemente dal genere, un simbolo che non è comune in una lingua di origine romanza, ma è un simbolo ufficiale dell’alfabeto fonetico internazionale, adottato da molte lingue europee, per essere più inclusivi, poiché in queste lingue il genere neutro è mancante. Il suo uso è strettamente legato al portare rispetto ad una comunità di persone. Per quanto vi siano state molteplici discussioni sulla correttezza grammaticale dell’uso di questo simbolo, ormai è entrato a far parte di quella che è la comunità queer.

Riguardo all’articolo che non approva, questo simbolo è stato usato per portare rispetto a molte delle persone che hanno posto i loro quesiti e dubbi riguardo all’Università, e la rimozione di tale simbolo potrebbe essere presa come una grande mancanza di rispetto nei confronti non solo dellə studentə, ma anche della comunità queer della scuola.
L’individualità e la libertà di espressione sono parti fondamentali del percorso di crescita dellə studentə e aspetti che una scuola libera e aperta come la nostra dovrebbe garantire e promuovere, soprattutto per far sentire a proprio agio tutti i membri del corpo studentesco.

Ribadiamo quindi, come redazione di un giornale scolastico, quanto per noi sia importante che tutti si sentano liberi di esprimersi nella propria maniera. A prescindere, quindi, dall’approvazione o no di questo simbolo in un documento ufficiale, crediamo che sia a discrezione dell’autore o autrice utilizzarlo all’interno del proprio articolo, che rappresenta le decisioni politiche, sociali, stilistiche del o della suddetta, e non dell’intero apparato di redazione e pubblicazione”.

Non si tratta del primo attrito recente tra dirigente, docenti e studenti: prima la ds ha bocciato il logo della scuola più votato dai ragazzi. Un altro caso ha riguardato l’obbligo da parte dei docenti di sorvegliare gli studenti per “recupero orario”.

La nota di Valditara

La nota 1784 del 21 marzo 2025, fornisce indicazioni in merito all’utilizzo di schwa e asterischi nelle circolari delle scuole.

Lo schwa, in partricolare, è un simbolo dell’alfabeto fonetico internazionale (IPA) che rappresenta un suono indistinto non presente nella lingua italiana, sebbene esista in alcuni dialetti.

L’Accademia della Crusca ha più volte ribadito che l’uso di segni grafici come l’asterisco al posto delle desinenze, o di caratteri estranei alla tradizione ortografica italiana, come lo schwa, non è conforme alle regole grammaticali della lingua italiana. Di conseguenza, si raccomanda di rispettare le strutture linguistiche codificate per garantire chiarezza, leggibilità e accessibilità nei testi istituzionali.

Nel parere del 24 settembre 2021, pubblicato sul sito ufficiale dell’Accademia, si sottolinea che l’asterisco non è adatto a testi legislativi, avvisi o comunicazioni pubbliche, poiché potrebbe generare confusione e incomprensione, soprattutto nella lettura ad alta voce, a causa dell’assenza di una corrispondente resa fonetica.

Riguardo allo schwa, nello stesso parere si afferma che sul piano grafico il segno per rappresentarlo (la e rovesciata) non è usato come grafema neppure in lingue che, diversamente dall’italiano, hanno lo schwa all’interno del loro sistema fonologico.

Nel parere del 9 marzo 2023, fornito al Comitato Pari Opportunità della Corte di Cassazione, l’Accademia esclude categoricamente l’uso dell’asterisco nelle desinenze morfologiche (ad esempio: “Car* amic*, tutt* quell* che…”). Lo stesso vale per lo schwa.

Infine, nel parere del 10 maggio 2024, l’Accademia ribadisce che la lingua giuridica e burocratica non è il contesto adatto per sperimentazioni linguistiche che potrebbero compromettere la coerenza e la comprensibilità dei testi.

Pertanto, per garantire la correttezza e la chiarezza delle comunicazioni ufficiali, anche il Ministero, con la nota, raccomanda di attenersi alle norme della lingua italiana, adottando soluzioni linguistiche conformi alla sua tradizione ortografica.