Home Politica scolastica Scrutini di domenica? No grazie! L’allarme di Cub scuola

Scrutini di domenica? No grazie! L’allarme di Cub scuola

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Molti zelanti dirigenti scolastici tentano di sabotare lo sciopero degli scrutini. La CUB Scuola Università Ricerca è determinata a denunciarli per attività antisindacale

Di fronte all’opposizione della grande maggioranza dei lavoratori della scuola al DDL “Buona Scuola” ed alla massiccia adesione allo sciopero degli scrutini, molti dirigenti scolastici, contando sul complice silenzio del ministero e volendo mostrare il proprio zelo nell’assolvimento del ruolo di  presidi podestà, hanno stabilito di riconvocare la domenica gli scrutini bloccati dallo sciopero.

È evidente a tutti la volontà di sabotare lo sciopero stesso creando un disagio ai colleghi oggetti di decisioni del genere. Per l’essenziale, insomma, si tratta di ATTIVITÀ ANTISINDACALE.

La CUB Scuola Università Ricerca a questo proposito rileva che:

– la convocazione degli scrutini di domenica è illegale. Contrasta, in particolare, con la sentenza della Corte di Cassazione, sezione lavoro, n. 27273 del 5 dicembre 2013 che afferma chiaramente: “In sintesi, sulla base della disciplina legislativa vigente, l’orario di servizio si articola di regola su cinque giorni settimanali tal ché il sesto giorno è in via generale una giornata non lavorativa (vedi al riguardo l’art. 22, comma 1, in fine della legge. 724 del 1994). Il settimo giorno è il giorno di riposo settimanale.”

– è ben vero che l’articolo 22 della legge 724 del 1994 prevede la possibilità di derogare da questo principio ma è anche vero che si riferisce ad attività e servizi da erogarsi con caratteri di continuità come, ad esempio, l’assistenza ospedaliera;

– negli altri casi, pensiamo alle gite scolastiche, il lavoro domenicale ha come condizione ineludibile la libera disponibilità del lavoratore a cui viene proposto, e non imposto.

Di conseguenza invitiamo i colleghi a segnalarci le situazioni di questo genere, provvederemo a diffidare i dirigenti a non fare forzature e, laddove non tengano conto della diffida, ad agire sul piano legale per ottenere il risarcimento del danno subito dai colleghi e dalle colleghe illecitamente costretti al lavoro domenicale.