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Scuola Bene Comune: il Recovery Plan non dà risposte ai problemi veri della scuola [INTERVISTA]

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Delle misure sulla scuola contenute nel Recovery Plan parliamo con  Libero Tassella del Gruppo Scuola Bene Comune.

Qual è il vostro primo giudizio sul documento approvato dal Governo e all’esame del Parlamento?

A noi sembra che illustrando il Piano, il presidente Draghi abbia formulato tanti buoni propositi e abbia fatto balenare l’idea di grandi progetti, ma di concreto che si fa per settembre? E’ questo che si chiedono gli insegnanti, gli studenti e le loro famiglie e tutti i cittadini per cui la scuola è un bene comune da difendere.

Ma secondo voi a settembre si riuscirà ad aprire l’anno in condizioni normali?

Noi di SBC siamo tanto realistici quanto propositivi e sappiamo discernere i fatti dalla propaganda;  sappiamo anche  che settembre è ormai alle porte e vorremmo tutti un anno scolastico normale, diverso da quello che sta per volgere al termine, ma temiamo di dover assistere allo stesso copione e quello che non fece l’ Azzolina temiamo che non lo faccia neppure il più  colto e politico prof. Patrizio Bianchi che pur a differenza della ex Ministra pentastellata ha idee chiare e distinte.

Nel concreto cosa proponete?

Per quanto ci riguarda, visto che sugli organici di diritto ormai non si può più intervenire, allora bisogna intervenire  da subito (e cioè già  dal giugno 2021)  sugli organici di fatto e certamente non con lo striminzito  organico Covid del 20/21 dell’Azzolina; tale organico poi dovrebbe  essere trasformato in organico di diritto con la legge di bilancio del ‘ 22. In tal modo, ed è questo che chiediamo da subito, le classi potranno essere formate con un contenuto numero di alunni, prevedendo sdoppiamenti a partire dalle prime classi, sdoppiando altresì le sezioni di scuola dell’infanzia.

Però non c’è solo un problema di organici

Niente affatto, il tema degli organici è centrale. Con organici adeguati si potrebbe evitare il ricorso alla DDI che non può essere la panacea  a cui ricorrono i DS e che non deve essere usata per risolvere il problema legato alle classi pollaio. Per noi la risoluzione del problema sta proprio negli organici e non nella tecnologia, perché per noi l’insegnamento è e deve rimanere in presenza.

A settembre ci saranno di nuovo decine (forse centinaia) di migliaia di cattedre scoperte...

Un problema che si deve risolvere già a settembre è quello del reclutamento, prevedendo non una sanatoria, che peraltro non è  mai stata richiesta da SBC, ma un sistema  strutturato e ben articolato  che cerchi di coniugare insieme  merito e servizi  cioè  conoscenze ed  esperienza didattica e  che sia in grado nel contempo di assicurare entro settembre una stabilizzazione sui posti vacanti che sono ormai oltre 100.000 (dato del MI).
Proprio su questo tema abbiamo assistito anche a un cambio repentino tra la bozza e il testo definitivo del PNRR, visto che sulla materia ci sono contrasti tra le stesse forze di maggioranza e in particolare tra Lega e M5stelle.

Altro tema caldo è quello del vincolo quinquennale, cosa ne pensate?

Per incentivare la stabilizzazione inoltre da settembre, non è più  possibile imporre le forche caudine di un blocco quinquennale della mobilità previsto dalla 159,  mentre bisogna prevedere il trasferimento annuale per coloro che sono stati bloccati nella mobilità  in quanto immessi in ruolo nel 2019 ( ex lege 145) e nel 2020 ( ex lege 159), altrimenti rischieremmo di lasciare le scuole senza insegnanti in alcune aree del Paese.

E sul versante della sicurezza quali proposte avete?

Proponiamo tre interventi
1) L’ avvio da subito di un piano di ristrutturazione e di revisione degli spazi scolastici e l’avvio di un  programma pluriennale di edilizia scolastica con la costruzione  di nuove scuole che possano considerarsi tali,  atteso che molte scuoe si trovano in vecchi edifici adattati a scuole.
2) La dotazione di tutte le classi di sistemi di areazione per il costante ricambio d’aria e del grado di umidità all’interno delle classi.
3) Effettuare nelle scuole tamponi ogni settimana per gli studenti e il personale della scuola.

Cosa ne pensate del piano estate che sta prendendo avvio proprio in queste ore?

A noi sembra che sia un progetto che fa solo disperdere 500 milioni di euro di risorse pubbliche che potrebbero essere impegnati più proficuamente.
I corsi estivi per recuperare la socializzazione a tappe forzate,  si preannunciano  come un ennesimo flop, un tributo da pagare alla propaganda di governo e per consentire un po’ di guadagni a enti, associazioni, cooperative che parteciperanno ai bandi delle scuole.

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