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Scuole italiane all’estero e reclutamento

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In un precedente articolo pubblicato sul nostro sito qualche giorno fa, evidenziavamo che la Flc Cgil segnalava “voci diverse e contrastanti sui veri contenuti del decreto legge approvato il 26 agosto 2013 dal Consiglio dei Ministri” poiché vi sarebbe contenuto “una decisa sterzata in direzione della privatizzazione del sistema delle scuole italiane all’estero”.
Adesso la stessa Federazione dei lavoratori della conoscenza sottolinea come “nel D.L. 101/2013 il Governo consente di reclutare direttamente il personale docente”.
In particolare, ad essere sotto accusa è l’art. 9 (“Misure urgenti per le istituzioni scolastiche e culturali italiane all’estero”) del decreto legge n. 101 su “Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni” pubblicato sulla G.U. n. 204 del 31 agosto 2013.
La Flc Cgil rileva che in esso sono contenute due disposizioni, una al comma 1, dove viene prevista una deroga ai vincoli della legge n.135/2012 (“spending review”) che consentirà, a seguito di specifiche esigenze didattiche o amministrative di poter nominare dall’Italia personale scolastico da graduatoria, e la seconda nel comma 2 (sempre dell’art. 9 del D.L. n. 101 del 31 agosto scorso), dove, invece, viene prevista la possibilità da parte delle istituzioni scolastiche statali italiane all’estero di reclutare anche per le materie curriculari previste dall’ordinamento italiano personale docente italiano o straniero, con contratto locale, avente una conoscenza della lingua italiana adeguata ai compiti lavorativi e residente nel Paese ospitante da almeno un anno, in possesso dei requisiti previsti dalla normativa italiana.
“Con quali criteri e procedure?”, si chiede la Flc. Sarà un decreto interministeriale a deciderli, ma il sindacato evidenzia come le disposizioni siano contraddittorie: “un reclutamento duale che implica anche condizioni di lavoro diverse e difformi anche all’interno degli insegnamenti curriculari e stravolge l’attuale sistema della graduatorie permanenti”.
Così, “viene smantellato l’attuale sistema senza provvedere ad una sana, organica ed efficace riforma, anzi se ne genera parallelamente un altro; non vengono coperti gli attuali posti vacanti; vengono lasciate all’arbitrio non sappiamo di quale soggetto giuridico le modalità di reclutamento del personale; c’è il rischio fondato di un aggravio di spesa per via dei costi di lavoro del personale reclutato in loco in alcune realtà del nord del mondo; si introducono forti elementi di differenziazione normativa, economica e salariale; viene smantellata la contrattazione, di cui al capo X del Ccnl della scuola, e quindi disatteso il D.Lgs 165/2001 anche in relazione al principio della mobilità professionale; vengono contraddette alcune norme del D.Lgs n. 297 tra cui quella che prevede  il divieto di assunzione di personale precario”.
“Capiamo benissimo – aggiunge la Flc – che le disposizioni contenute nel D.L. approvato nei giorni scorsi sono il frutto di un’attenta riflessione condotta con Miur e Mef e hanno l’esclusiva finalità di preservare la funzionalità del nostro sistema scolastico all’estero, però è altrettanto vero che queste disposizioni non sono solo il frutto di una politica ragionieristica ma di una forte ispirazione privatistica che continua a coinvolgere anche questo governo portandolo verso la costruzione di un sistema scolastico italiano all’estero alternativo al sistema scolastico italiano”.

La Flc Cgil dichiara che si opporrà a tale progetto sia ricorrendo ad interventi parlamentari che eventualmente ad una mobilitazione del personale.