Home I lettori ci scrivono Seconda prova esami di Stato: no alle modifiche proposte

Seconda prova esami di Stato: no alle modifiche proposte

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Alla Ministra dell’ Istruzione, Sen. Valeria Fedeli.

 

Noi, studenti del liceo scientifico “Ulisse Dini” di Pisa, assistendo da lungo tempo alle vivaci discussioni che animano il dibattito circa la disciplina oggetto della seconda prova dell’Esame di Stato per i Licei scientifici, riteniamo necessario esprimere la nostra opinione al riguardo e prendere decisamente posizione; siamo infatti noi ad essere coinvolti in prima persona in questa rivoluzione della prova d’Esame: fisica come disciplina, rimasta solo un’ipotesi per anni, questa volta potrebbe diventare realtà.

 

1) L’abbandono della matematica in favore della fisica sarebbe a nostro avviso deleterio. Noi studenti ci sediamo ad un banco scolastico per 13 anni e siamo sempre accompagnati, durante tutto il nostro percorso, dalla matematica; le nostre conoscenze matematiche si basano su radici ‘antiche’, sono conoscenze via via consolidate ed ampliate durante un lungo percorso di studi che si trasformano pian piano in competenze. Per gli studenti delle attuali quinte la matematica è stata affrontata sin dalla classe prima in vista dell’Esame conclusivo, concatenando gli argomenti in modo da ottenere un quadro finale chiaro e completo. La fisica è invece oggetto di studio solo durante gli ultimi 5 anni di liceo. Un elementare conteggio delle ore mostra che quelle dedicate alla matematica durante il percorso liceale sono quasi il doppio rispetto a quelle dedicate alla fisica: si tratta di 726 contro 429.

 

2) Le simulazioni della prova di fisica trasmesse fino ad ora dal Miur richiedono competenze e conoscenze specifiche che non è possibile acquisire nel poco tempo a nostra disposizione, durante il quale non siamo in grado, infatti, di raggiungere un pieno sviluppo di competenza nel problem-solving. Riteniamo assurda ed insensata la pretesa di somministrare problemi per risolvere i quali sono assolutamente indispensabili una visione d’insieme ed una padronanza della materia che soltanto una preparazione universitaria può garantire e che ci risultano logicamente inaccessibili.

 

3) La vastità del programma di fisica che dobbiamo affrontare non ci lascia possibilità di scelta: siamo obbligati ad anteporre la quantità alla qualità, la nozione alla competenza, lo studio mnemonico alla capacità critica. Le ultime iniziative ministeriali sembrano inevitabilmente e ciecamente richiedere un sapere poco approfondito, che ha ben poco a che fare con il metodo ‘scientifico’, con il quale dovrebbe essere affrontata la fisica. La didattica laboratoriale è ormai forzatamente e dolorosamente sacrificata, poiché non trova più lo spazio né il tempo ad essa in passato dedicato: spesso ci dobbiamo accontentare di leggere gli esperimenti che hanno portato alle scoperte fisiche più eccezionali, invece di poterli osservare con i nostri occhi o riprodurli con le nostre mani.

 

4) La fisica del liceo dovrebbe insegnare a porsi domande sul mondo e sulla società che ci circonda, a turbarne gli equilibri, esigendo costantemente e cercando senza timore di comprendere le dinamiche e le leggi che li governano, il ruolo formativo della fisica ridotta ad un semplice elenco di formule imparato a memoria è lo scempio più grande che si possa fare a questa disciplina che ne risulta ridimensionata, frustrata e svilita al punto tale da incentivare senza dubbio il rifiuto e la disaffezione degli studenti verso la materia. Alla fine del percorso liceale tutto l’iperbolico programma di fisica si dissolverà come neve al sole e risulta preoccupante il fatto che questa semplice constatazione non impensierisca nessuno.

 

5) Dovendo concentrarci in modo così esasperato sulla fisica, siamo costretti a tralasciare lo studio della matematica, base indispensabile dalla cui robustezza di contenuti e di strumenti dipende la comprensione della stessa fisica. Una volta intrapreso il percorso di studio universitario, nella maggior parte dei casi ci si scontrerà con esami di matematica, mentre la fisica potrà essere studiata approfonditamente solo in determinate e specifiche facoltà, a cui non è detto che tutti siano interessati ad accedere. Riteniamo che un cambiamento così importante non possa essere attuato in modo frettoloso, ma debba essere ben ponderato e preparato prima di essere messo in atto, cominciando, per esempio, a rivedere i programmi a partire dalla terza liceo.

 

6) Ad oggi la scuola non è evidentemente pronta: per gli studenti dell’attuale classe quinta risulta impossibile portare a termine il programma ministeriale, che si estende fino alla fisica quantistica, e raggiungere la preparazione richiesta per riuscire a svolgere gli esercizi proposti: basti pensare che i libri di testo su cui potersi preparare non sono nemmeno adeguati ed in linea con il Quadro di riferimento prescrittivo reso noto solo l’anno passato.

 

A questo punto non possiamo non temere per la concezione di Scuola e del suo fondamentale ruolo sociale, che certe scelte calate dall’alto sottintendono.

Nel caso in cui i peggiori scenari si concretizzassero, i professori commissari di esame (esterni o interni che fossero) si vedrebbero costretti, per ragioni ben comprensibili, a valutare la prova scritta d’esame in modo falsamente ‘oggettivo’: questo sarebbe estremamente irrispettoso nei confronti del lavoro svolto sia da professori che da studenti all’interno delle mura scolastiche, ma un comportamento del genere si renderebbe necessario per evitare di penalizzare con valutazioni non adeguate gli studenti durante l’Esame alla fine di un intero percorso di studi. Tale cambiamento è un salto nel buio, che sarebbe estremamente sbagliato compiere ora e le cui ragioni sfuggono alla comprensione di chi vive quotidianamente la scuola con passione ed impegno. Risulta impensabile attuare uno sconvolgimento del genere ‘in medias res’: gli studenti delle attuali quinte si sono ritrovati in mezzo ad un processo già in moto, che li sta trascinando senza concedere loro alcuna possibilità di intervento.

Chiediamo quindi a Lei, Ministra, di prendere atto della nostra posizione, delle numerosissime polemiche che ne sono scaturite e di rivedere l’intenzione di sostituire fisica a matematica all’Esame di Stato 2017.