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Si ferma subito la trattativa sul tutor

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Si è concluso con un nulla di fatto il primo incontro fra Aran e sindacati sulle materie previste dall’art. 43 del Contratto nazionale, connesse con nuova organizzazione del lavoro, con particolare riferimento ai maggiori oneri e responsabilità derivanti al personale dall’applicazione della riforma.

Non sono piaciute ai sindacati le modalità stesse con cui la trattativa si è aperta: all’Aran è pervenuta finora solamente una indicazione complessiva del ministro Moratti nella quale si parla sì di 90 milioni di euro per i docenti-tutor ma senza specificare la fonte di finanziamento; Cgilscuola teme per esempio che questa somma derivi dalla dotazione propria del Ministero e che quindi venga sottratta ad altri capitoli di spesa.

Nella lettera indirizzata all’Aran, il Ministro conferma la collegialità di tutti i docenti e sottolinea come la funzione tutoriale "corresponsabilizza in diverso modo con pari dignità e sullo stesso piano tutti i docenti, ma richiede che un docente in particolare ne garantisca l’attuazione in modo razionale e unitario"

Su questa formulazione Cgilscuola ironizza: "Non si capisce se ad offendersi debba essere il possibile tutor per essere trattato da sorvegliante o i non–tutor che vengono blanditi con un formale riconoscimento della pari dignità negata nei fatti".

La lettera del Ministro affronta anche la questione delle nuove professionalità richieste per garantire nella scuola dell’infanzia la frequenza dei bambini con meno di tre anni, ma secondo Cgilscuola tutto questo non basta: "E’ davvero straordinario – dichiara il segretario nazionale Enrico Panini – che si pensi di aprire la trattativa limitandola solo a due punti, quando l’impianto della Legge 53 e del Decreto 59 scardinano il profilo decente, l’organizzazione del lavoro, l’orario di servizio, la retribuzione, la mobilità".

La conclusione di Cgilscuola è scontata: senza un vero e proprio atto di indirizzo, la trattativa non può neppure partire.

Meno perentorio lo Snals di Fedele Ricciato che però ribadisce la necessità che il Governo definisca al più presto in modo certo l’entità delle risorse disponibili.

Anche la Uilscuola si mostra insoddisfatta delle modalità di apertura delle trattativa
E ricorda che prima di affrontare nel dettaglio i nodi più delicati della vertenza sarebbe bene aspettare l’esito della prima udienza presso il Tar Lazio che dovrà decidere in merito al ricorso presentato dai sindacati confederali sulla CM n. 29 che detta istruzioni in merito all’avvio della riforma nella scuola primaria e nella secondario di primo grado.