Home I lettori ci scrivono Sostegno, subito incarichi agli specializzandi?

Sostegno, subito incarichi agli specializzandi?

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Una insegnante laureata, che frequenta alla LUMSA uno dei Corsi di specializzazione per l’insegnamento di sostegno attualmente in svolgimento presso le Università di tutta Italia, mi segnala che l’interpellanza presentata da un deputato nella odierna seduta dell’Assemblea di Montecitorio, contiene una tesi che più volte le avevo rappresentato e che avevo sostenuto, molto convintamente anche negli anni precedenti. Eccola:

Poiché gli attuali specializzandi nell’insegnamento di sostegno, nell’anno scolastico 2019-20 dovranno svolgere un lungo tirocinio “obbligatorio” per un totale di circa trecento ore, è opportuno che gli stessi vengano nominati sui posti disponibili con precedenza rispetto a coloro che non hanno alcun titolo specifico”.

Ho letto nella sua interezza ’interpellanza dell’on. Antonio Pentangelo e vi ho riscontrato motivazioni molto pregnanti in termini logici e organizzativi, ma ho trovato soprattutto nella risposta del Vice Ministro Lorenzo Fioramonti importanti segnali di apertura nella direzione auspicata.

Da pedagogista e da sindacalista di lungo corso, mi piace constatare come dal “Palazzo” arrivi qualche segnale di buon senso e di pragmatismo. Ribadisco che la proposta, oltre che ad avere importanti risvolti di carattere pratico, assume un rilievo particolare sotto il profilo della didattica.
Dalla scelta di anticipare l’ingresso in classe di 15.000 docenti, che hanno superato ben tre prove selettive ( test di ammissione, prova scritta e prova orale) tutte mirate ad verificare l’idoneità e la vocazione al ruolo di insegnante di sostegno per i disabili, deriverebbe un indiscutibile vantaggio, proprio per questi che sono i più diretti interessati, in termini di continuità e di integrazione.

Va detto infine che l’iniziativa ripagherebbe, in parte, gli specializzandi dei sacrifici che stanno sopportando, in questo periodo di vacanze per tutti, per le lezioni (con ricorrenti full immertion) e gli esami, ma anche degli sforzi, non indifferenti, in termini economici. Giusto quindi consentire tirocinio e lavoro in contemporanea, come prendere “due piccioni con una sola fava”. Il che non guasta!

Al proponente un elogio particolare per aver fatto emergere il problema, al Vice Ministro l’esortazione a fare presto per risolverlo.

 

Pierluigi Palmieri – Credici